Berlusconi: “Il Pd è una maschera del vecchio Pci”
10 Aprile 2008
“Caro Silvio, ti consegno idealmente questa piazza”. Manca
qualche minuto alle 19 quando Gianfranco Fini, dal palco allestito sotto il
Colosseo per il comizio di chiusura della campagna elettorale, cede la parola
al leader del PdL. Silvio Berlusconi sale sul palco e la folla – circa 40 mila persone secondo gli organizzatori – esplode in lungo applauso
prima che si diffondano le note dell’Inno di Mameli.
Alle 18 nei pressi del Colosseo ci sono giovani che cantano
e ballano sulle note della band di Demo Morselli, il popolo degli anziani seduti sui muretti e
impazienti di sentir parlare Berlusconi e molte mamme con bambini. Il primo a
parlare, in attesa che il candidato premier termini la registrazione del
programma Porta a Porta, è il candidato
a presidente della Provincia Alfredo Antoniozzi, che rivendica l’operato del
centrodestra : “In questi giorni abbiamo smascherato l’ipocrisia della sinistra
che dopo tanti anni a Roma non è più maggioranza. Si può fare. Dopo aver vinto
le politiche daremo la botta finale per mandare all’opposizione Rutelli e
Zingaretti che si sono alleati con la sinistra comunista per mantenere la
poltrona”. A fargli eco, tra gli applausi della gente, è il candidato sindaco
Gianni Alemanno: “Rutelli ha le mani legate, legate dalla sinistra estrema che
ha impedito al consiglio comunale di esprimere la solidarietà a papa Ratzinger.
La sinistra estrema è ancora qui a creare problemi e condizionamenti”.
Poi il discorso di Gianfranco Fini, incentrato sui temi
della sicurezza e della giustizia sociale. Fini ricorda Indro Montanelli: “Un
grandissimo giornalista scrisse che la sinistra ama i poveri e li ama così
tanto che quando governa ne aumenta il numero”. E il popolo della Libertà
risponde sventolando centinaia di bandiere bianche e celesti.
Ma è intorno alle 19 che la platea si scalda davvero. Fini riesce a malapena ad annunciare l’arrivo
del leader del PdL che viene travolto dalle grida: sul palco sotto l’Arco di
Costantino sale Silvio Berlusconi.
Ha la voce roca e appena prende la parola la gente urla il
suo nome. “Questa è concorrenza sleale per uno che poveraccio si è svegliato
alle 4 di mattina, fallo concentrare no?”, replica sorridendo il candidato
premier. Ed è solo la prima di una serie di battute che nel corso del comizio travolgono come slavine la sinistra e soprattutto
Walter Veltroni. Come quando Berlusconi definisce il Partito Democratico come “l’ultimo
travestimento del partito comunista fatto dai protagonisti di sempre” e il
leader del partito come un “grandissimo comunicatore e uno straordinario
affabulatore”: la gente fischia e lui risponde divertito “reazione rozza ma
efficace”.
Berlusconi passa in rassegna molti dei punti del suo programma
come il pagamento dell’Iva solo all’atto dell’incasso della fattura e smonta
quello di Veltroni, ironizzando sul fatto che il leader del Pd non lo abbia mai
chiamato per nome nel corso della campagna elettorale e rivendicando l’esito
del rapporto dell’Università di Siena secondo il quale il suo Governo nella
passata legislatura avrebbe realizzato l’80% del programma.
Silvio Berlusconi tiene banco da vero mattatore per più di
un’ora e chiude la serata “mettendo alla prova” una platea decisamente
divertita.
“Mi sono preparato delle domandine per voi”, dice . E giù
con il quiz: “Volete essere ancora governati da quei signori?”, chiede. E al
coro di “no” della piazza risponde con un “siamo d’accordo”. Poi la seconda
domanda: “Volete di nuovo che vi mettano
le mani nelle tasche?”. Stessa la risposta del pubblico e ancora “volete che
tengano ancora le frontiere aperte?”. Ancora “no” del pubblico. Ma è al quarto quesito -“Volete
che Veltroni vada in Africa?” – che la piazza esplode in un lungo “si”.
Sul
palco intanto, insieme con Antoniozzi, Alemanno e Fini c’è anche Alessandra
Mussolini. La serata volge al termine, Berlusconi saluta e dice “Andate a
votare e gridate ….”. E la gente grida forte “Rialzati Italia”.