Brunetta: così voglio cambiare la macchina pubblica italiana

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Brunetta: così voglio cambiare la macchina pubblica italiana

10 Giugno 2008

 

Il Paese può crescere del 30% in più se si riesce a mettere mano seriamente alla macchina pubblica italiana. Il ministro Brunetta vuole puntare sulla riforma della PA come vera strategia di sviluppo del Paese e usare l’innovazione per creare competitività.

Ospite della Fondazione Magna Carta, il titolare dell’Innovazione e della Pubblica Amministrazione  ha tracciato le linee guida per avviare quella che definisce una “rivoluzione” a base di antibiotici (tagli) e vitamine (premi, incentivi alla produzione, ecc) che secondo le previsioni del ministro porterà a un risparmio di 40 miliardi in 3-5 anni. Muovendo da alcuni presupposti o, per dirla con altre parole, prendendo coscienza dei limiti del sistema e agendo di conseguenza.

Primo: i livelli retributivi del pubblico sono allineati al settore privato e contrassegnati da una dinamica di crescita più favorevole; secondo: nonostante il  capitale umano sia migliore rispetto al privato la produttività dei dipendenti è bassa (come anche l’efficienza media delle organizzazioni pubbliche);  terzo: il deficit competitivo è altissimo; quarto punto: manca un “datore di lavoro” (sanzionabile)  che impartisca le direttive ai dirigenti e a cui sia possibile dare la responsabilità di un fallimento dell’Amministrazione.

La Pubblica Amministrazione, ha spiegato Brunetta, “è un freno ma se la frenata diminuisce il veicolo corre di più e l’effetto accelerazione che genera riguarda non solo i beni e i servizi della PA ma in generale il Paese”. Questo “è il momento giusto per prendere le decisioni, se si riesce a trasformare gli intenti in fatti entro l’estate, potremo segnare il primo colpo che vale la Legislatura”. Del resto, che Brunetta sia in cima ai consensi non è un mistero. Segno che il decisionismo unito alla fermezza dimostrata nei confronti dei sindacati premiano ("i sindacati li sto ‘prendendo in velocità’, quando loro esaminano una parte del mio lavoro io sono già due capitoli avanti" ha detto).

Eccoli allora gli obiettivi che forse più di tutti hanno contribuito al successo del ministro, messi ora nero su bianco nel Piano Industriale: la definizione dei diritti e doveri del dipendente per combattere la scarsa produttività e l’assenteismo (lotta ai fannulloni), il fatto di riconoscere e premiare il merito, l’intenzione di mettere in piedi un serio sistema di valutazione del personale e dei dirigenti (estendendo la class action, strumento a difesa dei diritti collettivi di consumatori e utenti, anche per il pubblico).

Come dare attuazione al piano? Attraverso il miglioramento della normativa esistente ma anche con il rinnovamento degli Enti di cui già il Ministero può usufruire (dipartimenti, scuola superiore della PA, Amministrazione, Cnipa, Aran e Formez). Sul fronte dell’Innovazione invece Brunetta starebbe cercando di “fare un pio’ di caos competitivo”. L’idea è semplice: stipulare convenzioni con soggetti nuovi (farmacie, ferrovie, stazioni dei carabinieri, tabacchini, ecc) in modo da togliere il monopolio di determinati servizi agli uffici della PA che lo detengono  creando così più concorrenza.

Le misure per aumentare la produttività nel pubblico impiego saranno contenute nella manovra finanziaria che il Consiglio dei ministri approverà il 18 o il 19 giugno e sarà composta da un decreto, un disegno di legge e un disegno di legge delega e conterrà. “La prossima settimana daremo il via libera a un decreto legge, a un ddl e a una delega – ha detto Brunetta – Approveremo questo pacchetto che conterrà provvedimenti per la riforma della scuola, per l’Aran e il Cnipa”. Solo a luglio il Governo potrà davvero vantare di aver messo a segno il primo colpo che, come dice Brunetta, varrà la Legislatura.