Calcio, ecco quanto Pil vale in Italia lo sport più redditizio al mondo

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Calcio, ecco quanto Pil vale in Italia lo sport più redditizio al mondo

Calcio, ecco quanto Pil vale in Italia lo sport più redditizio al mondo

20 Novembre 2022

Il business dello sport in Italia. Il mondiale in Qatar e le nuove frontiere tra eSports, crypto, NFT e metaverso”. Questo il titolo della ricerca della Rome Business School che sta facendo parlare n queste ore. Si tratta di un’analisi del mercato calcistico a livello globale, che stima l’impatto di quella che ormai si configura come una vera e propria industria sullo scenario economico mondiale.  Il focus della ricerca non è solo sulle criticità, ma anche sul ruolo che giocano le tecnologie, pensiamo alle criptovalute, agli NFT, al metaverso e agli eSports. Centrale anche la riflessione sullo stato del calcio in Italia, la situazione non è delle più rosee.

Sono necessarie una serie di misure tese a porre in sicurezza il funzionamento dell’industria, sfruttando ed esaltando tutte le potenzialità del settore: dallo sviluppo di nuove partnership con aziende dei settori emergenti, come le cryptovalute, al tentativo di attrarre sempre nuovi capitali fino a fare del metaverso e delle nuove tecnologie, nonché del settore del gaming e degli eSports, uno dei pilastri sui quali costruire le fondamenta di una nuova struttura su cui poggiare l’industria del calcio”, Alessio Postiglione, Program Director del Master in Corporate Communication Management della RBS

La crescita in Europa e nel mondo

A causa della pandemia, le ultime tre stagioni hanno visto i ricavi diminuire di 7 miliardi. Ma la prospettiva di ripresa c’è, eccome. A partire da un fatturato globale, , concentrato per lo più in Europa, ,di 47 miliardi di dollari,il 28% di quello complessivamente legato allo sport, fino alle previsioni crescenti sul numero di spettatori. Da qui al 2030, infatti, si prevede un aumento annuo di spettatori europei circa dell’8%. Significa che tra otto anni l’incremento sarà del 37,7%.

Calcio, criptovalute e NFT (e la Serie A in Italia…)

Tra gennaio 2021 e giugno 2022, il valore delle sponsorizzazioni sportive nel mondo delle criptovalute è andato oltre i 1,5 miliardi di euro. Cifre alte anche per la Serie A: 335 milioni di euro. Punto di forza del settore sono i fan token, crypto create dai club grazie ai quali possono interagire coi propri tifosi. Si tratta di un asset su cui puntano i più grandi club al mondo, in tutto 156 organizzazioni sportive a livello globale. L’ingresso nel Meta Avatatar Store di squadre, quindi brand storici, come Liverpool o Manchester United è un altro passo nella direzione dell’innovazione, così come lo stadio virtuale costruito dal Porto.

Nel 2028, questo giro di affari potrebbe raggiungere il valore complessivo di 40,5 miliardi di dollari. Va detto che il 42% viene dall’Europa. A seguire il Nord America e l’oriente, dove i ritmi di crescita sono notevoli.

Se nel marketing la chiave del successo è fidelizzare i clienti, nell’attuale panorama sportivo il segreto è ‘tokenizzare’ i fan, indurli ad acquistare i fan token in modo tale da avere diritto a partecipare attivamente alla vita del club. Da una parte i club hanno una forte necessità di liquidità e di risorse economiche/finanziarie, dall’altra le società del settore crypto devono trovare un modo per farsi conoscere e il mondo dello sport, in particolare il calcio, è una vetrina che garantisce spazio e visibilità su scala planetaria”, Tommaso Marazzi, Esperto in business dello sport e Assistant Master in Sport & Lifestyle Management alla RBS

Quanto Pil vale il calcio in Italia

Il calcio è lo sport più praticato e amato dagli italiani, i numeri lo confermano. I ricavi hanno raggiunto quota 78,8 miliardi, per un impatto sull’economia nazionale di 24,5 miliardi a cui corrisponde circa il 3% del Pil. Numeri davvero notevoli. Buoni risultati anche per il calcio femminile. L’anno dopo l’ingresso nel professionismo delle calciatrici, i ricavi sono giunti a 24 milioni.

La crisi del calcio in Italia

Non bisogna esultare troppo però. L’indebitamento delle società cresce sempre di più, +3,5% lo scorso anno, e i tesseramenti FIGC a livello di arbitri, tecnici, società e giocatori sono tutti negativi. L’aumento della crescita in attrattività e merchandising registrate nel 2021 sono elementi positivi, ma insufficienti. Innanzitutto in confronto all’impatto sul Pil in Francia e Regno Unito, circa il doppio, e anche sul fronte innovazione tecnologica si può fare molto meglio. L’assenza di stadi di proprietà, così come la seconda assenza consecutiva della Nazionale ai Mondiali, contribuiscono negativamente sullo status quo.

Oggi la fotografia del calcio italiano non può che essere allarmante. Il sistema, complice la pandemia, è più che mai indebolito e sofferente, alla ricerca di nuove entrate ed interventi in grado di ritrovare un equilibrio economico-finanziario che manca da troppo tempo. Il progetto della Superlega europea, nonostante le fortissime critiche ricevute soprattutto da parte di FIFA e UEFA, potrebbe invertire il trend negativo che vede accentrarsi sempre più ricavi e attenzioni sul monopolio economico della Premier League, facendo così fronte alle difficoltà finanziarie del calcio europeo. Il calcio è ancora uno degli strumenti ideali per avvicinare gli italiani allo sport e per salvarlo servono grossi investimenti nei settori giovanili e nelle infrastrutture, promuovere il tesseramento, aumentare il numero degli atleti selezionabili per le Nazionali azzurre, e attuare una riforma dei campionati per garantire la sostenibilità economico-finanziaria del calcio professionistico”, Valerio Mancini, Direttore del Centro di Ricerca di RBS