Cari finiani, se siamo la Disneyland di Gheddafi il merito è anche di Fini

LOCCIDENTALE_800x1600
LOCCIDENTALE_800x1600
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Cari finiani, se siamo la Disneyland di Gheddafi il merito è anche di Fini

30 Agosto 2010

Vorremmo dare –pacatamente, serenamente – un paio di consigli ai nostri amici di Fare Futuro. Il primo è quello di cambiare la testata del loro sito e di passare direttamente alla chiave programmatica che emerge sempre più con forza: “FareImaligni”. Questa infatti è ormai la scelta editoriale chiara delle loro sortite: spigolare, criticare, “si, ma, però, quantunque”, fare gioco di interdizione. Mai, dico mai, una bella polemica politica diretta ma “alta”. Mai una controproposta programmatica di valore strategico, strutturata, chiara. No, è tutto un ciacolare ora su questo, ora su quello, ma sempre col tono del dispitto, del brontolio, senza mai avere la forza di una controproposta nuova e forte.

Il secondo consiglio è di andarci con i piedi di piombo quando si affronta il tema Libia su una pubblicazione che ha come leader di riferimento quel Gianfranco Fini che sino a pochi mesi fa definiva Mussolini “il più grande statista del novecento” e che ancora nel 1991 disse: “Tutti quanti diciamo che siamo i fascisti, gli eredi del fascismo, i post-fascisti, o il Fascismo del Duemila”. Quel Mussolini e quel fascismo – tanto apprezzati dall’editore di riferimento di Fare Futuro – hanno infatti scritto pagine orrende in Libia – insozzandovi l’onore dell’Italia – e obbligano oggi un governo responsabile a chiedere scusa ai libici, a indennizzare per le atrocità coloniali commesse dal fascismo e quindi anche a sopportare gli spettacoli folkloristici di Gheddafi.

Ma veniamo al merito dell’articolo caustico che oggi FareFuturo dedica alla politica estera di Berlusconi, la cui sostanza accademica, il cui alto pensiero è il seguente: Berlusconi sa solo trattare con leader con cui è in affari personalmente, ma con gli altri fa fiasco. Qui, siamo al masochismo puro e semplice, al “cupio dissolvi”, al tafazzismo elevato a vette che mai la sinistra aveva toccato. FareFuturo, infatti, senza accorgersene, con dilettantismo degno di un ragazzino, dimentica che la politica estera di Berlusconi citata (verso la Libia, la Russia, ecc…) è esattamente la politica gestita – in piena, totale, rivendicata sintonia con Berlusconi – per tre anni dal Ministro degli Esteri… Gianfranco Fini!

Dimentica che Fini ha retto la Farnesina nel momento chiave della manovra di alto profilo (iniziata da Franco Frattini nel 1993) che l’Italia, assieme agli Usa, ha sviluppato per convincere Gheddafi ad abbandonare il terrorismo e le armi di distruzione di massa e che tutti, tutti i passaggi che vengono criticati oggi, portano la controfirma dell’attuale presidente della Camera. Dunque, se siamo la Disneyland di Gheddafi, il merito è anche di Gianfranco Fini, che può perfettamente spirgare ai suoi ragazzi di FareFuturo perché ha messo – e giustamente – il suo prestigio e la sua firma sotto questa politica nei confronti della Libia

Dimentica anche che il G8 e il G20 dell’Aquila sono stati un successo straordinario, proprio perché Berlusconi ha una strategia internazionale che non si basa affatto solo sui suoi rapporti personali o sulle sue iniziative imprenditoriali, e che i suoi governi sono i primi ad avere tracciato una nuova collocazione internazionale del nostro paese: massima condivisione strategica con gli Usa e con Israele, ma contemporaneamente anche massima capacità di critica per Usa e Israele.

Fare Futuro si occupa solo di punzecchiare e di polemichette di giornata, se solo avesse una infarinatura di politica estera, saprebbe che quando scoppiò la crisi bellica tra Russia e Georgia, l’Italia fu alla guida della politica Ue, nello spiegare con fermezza ai troppo indignati americani il ruolo di irresponsabile provocazione seguita dai georgiani e che – così come ha pronunciato un discorso di totale amicizia con Israele alla Knesseth – Berlusconi è oggi l’unico leader europeo che possa vantare piena fiducia da Gerusalemme che (grazie ai suoi personali rapporti con Arafat, Ben Ali e Mubarak) da Ramallah. Tunisi e il Cairo.

Così è per l’intera politica energetica del paese, che non è piccola parte della stessa sicurezza nazionale italiana.

Insomma, ragazzi, un po’ di serietà e, per favore, mettetevi a pensare in proprio e smettetela di passare il tempo a fare le pulci agli altri. Con affetto paterno.