Caro Direttore, mi consenta, sono incazzato nero con Berlusconi

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Caro Direttore, mi consenta, sono incazzato nero con Berlusconi

26 Maggio 2011

Caro Direttore, mi consenta. Sono incazzato nero con Berlusconi.

Mi lasci partire da lontano. Dopo aver promesso già nel fortunato ’94 di liberare il Paese dai comunisti, veri ex, e post (intendiamoci, già l’intenzione era di per sé meritevole di gloria e onore) ci siamo ritrovati, in questi anni di seconda Repubblica con, nell’ordine, il primo Presidente del Consiglio comunista e il primo Presidente della Repubblica comunista della storia. Come se non bastasse, ormai da tre anni, ci stiamo sorbendo sullo scranno di Montecitorio il primo fascista rinnegato, che sarà pure un povero frustrato rancoroso, ma che qualche danno l’ha fatto e lo sta facendo, pur avendo comunque l’indubbio merito di aver favorito l’espulsione dal PdL di tipi come Bocchino e Granata.

Rimanendo in argomento, il tiranno Berlusconi è riuscito pure nell’arduo compito di coabitare con un Presidente della Repubblica che autonomamente, ormai da mesi, decide su tutto, da ultimo sull’entrata in guerra dell’Italia a fianco di chi vuole consegnare la Libia a un gruppo di rivoltosi sconosciuti, che probabilmente ci ritroveremo fra qualche anno con uno zainetto zeppo di esplosivo a passeggio su qualche linea della metropolitana di una qualsiasi città europea.

Il Quirinale detta la linea sulla politica estera promettendo (ma chi l’ha deciso?) ai Palestinesi l’apertura di un’ambasciata a Roma come riconoscimento dell’autorità palestinese, senza peraltro nemmeno sognarsi di chiedere ai Palestinesi tutti, almeno di riconoscere lo Stato di Israele. Tra moniti, richiami ed inviti ad abbassare i toni (ma che significa, è una questione di decibel?), nulla si muove che il Quirinale non voglia, anche e soprattutto in politica interna, dove ogni proposta di legge non viene nemmeno presa in considerazione dal Parlamento (con l’aiuto dell’oplita Fini), se non c’è il via libera indiretto del Colle. In questa apoteosi della Repubblica parlamentare non c’è traccia per esempio della riforma della giustizia o della legge sulle intercettazioni, entrambe sacrosante e da approvare a colpi di maggioranza, costasse pure un altro sottosegretariato per i Responsabili. L’attuale Presidente Napolitano chiese per molto meno l’impeachement del suo predecessore Kossiga (a me piace scriverlo così!), che Dio l’abbia in gloria.

Ed ancora. Non voglio qui attaccarmi al solito argomento della rivoluzione liberale mancata, è infatti ormai subentrata la rassegnazione; ma che cavolo, almeno una misera lenzuolata di liberalizzazioni a costo zero, un sostegno anche solo morale a quei poveri sindaci che volevano consentire ai commercianti di tenere aperte le proprie attività il primo Maggio, un sussulto a sostegno del No al referendum sulla liberalizzazione nella gestione dell’acqua, due parole a difesa degli imprenditori che rischiano, dopo la recente sentenza Thyssen, ogni giorno un’incriminazione per omicidio volontario, un po’ più di coraggio sulla riforma dell’università, modesta e di basso profilo e su quella della PA. Niente di niente.

Per non parlare del nucleare. Stendiamo un velo pietoso sul dietrofront rispetto al programma per la costruzione di centrali nucleari. Dopo l’incidente di Fukushima che ha sprigionato su Tokio lo stesso livello di radiazioni che ci sono a Roma ogni giorno dell’anno, siamo l’unico Paese al mondo che ha cambiato i propri piani rispetto alla politica energetica nucleare, così da continuare ad essere il Paese che paga l’energia elettrica tre volte la media OCSE, energia che proviene da centrali nucleari piazzate a pochi chilometri dai nostri confini.

Ma l’incazzatura più grande viene dal non aver saputo gestire il conflitto d’interessi, una vera benedizione, un dono di dio, una manna, in un Paese dove l’opinione pubblica da sempre è opinione di sinistra. Nonostante questo, il Presidente Berlusconi è riuscito e riesce addirittura a farsi sbertucciare da nani e ballerine che lavorano nelle sue televisioni, televisioni che vengono persino multate quando lo intervistano. Lo stesso accade con i pennivendoli con la scorta ospitati da Mondadori. Ma perché non si è continuato con gli editti bulgari, perché dobbiamo sopportare le psicosi di Santoro ogni giovedì, le cantilene della Dandini ogni sera, le furbe faziosità di Floris ogni martedì, la patetica ilarità del milionario Fazio, il fastidioso vittimismo di Mentana e poi Vauro, Lerner e tutti quei residuati del ‘68 che la rivoluzione del proletariato ora la fanno dallo yacht di De Benedetti. Ma è possibile che con un conflitto d’interessi grande come una casa e la maggioranza nel CdA RAI non si riesca a fare una bella pulizia ? Ma è mai possibile che questo Caimano straricco non riesca a scardinare i patti di sindacato che reggono il Corriere ridotto ormai a foglio di partito nei suoi endorsement periodici da Prodi a Pisapia.

Vogliamo poi parlare del rapporto con la Chiesa. Da Famiglia Cristiana al Cardinal Tettamanzi, ad alcuni ambienti della CEI, nessuno più nasconde le simpatie per gli amici di Zapatero, Berlusconi è riuscito anche in questo,… Solo perché al Cav piacciono le donne (tendenza, ahime, non più politically correct), don Sciortino è diventato un padre della Chiesa, poco sotto San Tommaso, e a piazza Duomo si preferisce ospitare i mullah piuttosto che i tifosi in festa per lo scudetto di Inter o Milan.

Per venire infine alla cronaca di questi giorni, sono incazzato nero anche perché la maggioranza è riuscita probabilmente a regalare Milano a un comunista (garantista, ma pur sempre comunista) con simpatie giovanili con quelli che volevano cambiare il mondo con le P38 e che si troverà a gestire l’Expo (un comunista che gestisce l’Expo, potrebbe essere il soggetto di una commedia di Ionesco) tra un matrimonio gay celebrato in municipio ed una visita alla comunità mussulmana in preghiera sul sagrato del Duomo. Per non parlare di Napoli dove un magistrato che detiene il record planetario di bufale investigative, potrebbe diventare sindaco, dopo che la coalizione che lo sostiene ha ridotto la città ad una latrina.

Ci pensi Presidente, anche se per puro caso vincesse i ballottaggi di Milano e Napoli, ci pensi.