Catricalà alla guida della Consob innesca il nuovo valzer di poltrone

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Catricalà alla guida della Consob innesca il nuovo valzer di poltrone

30 Giugno 2010

“Per questa attività occorrono competenza, determinazione e umiltà. Il mio successore sarà più bravo di me, confido abbia spirito di sacrificio e competenze necessarie”, così il presidente uscente della Consob Lamberto Cardia, appena tre giorni fa rispondeva a una domanda su un suo successore al vertice dell’Authority di Vigilanza su Borsa e mercati. Il nome, in verità, era in circolazione da tempo e dovrebbe essere ufficializzato oggi: a succedergli sarà Antonio Catricalà, che lascerebbe così libera la poltrona della più importante e delicata fra le autorità indipendenti, l’Antitrust.

Forte dell’appoggio del sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta, del ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, ma anche dell’area politica riconducibile al presidente della Camera, Gianfranco Fini e di vasti settori dell’opposizione e dei consumatori, Catricalà potrebbe essere nominato oggi in Consiglio dei Ministri a capo della Commissione di vigilanza della Borsa e dei mercati. Anche se Gianni Letta sul CdM ha già fornito un quadro chiaro nel quale non ci sarebbe spazio per la nomina-Consob: "Oggi è un Consiglio dei ministri straordinario, con un solo punto all’ordine del giorno: la relazione sul federalismo fiscale che deve essere presentata al Parlamento entro il 30 giugno".

Ma chi siederà al suo posto all’Antitrust? Si tratta, come detto, di una poltrona delicatissima. La legge che ha istituito l’Autorità garante della concorrenza e del mercato assegna ai presidenti della Camera e del Senato la responsabilità di designarne il presidente (non succede né per il presidente della Consob, né per il governatore della Banca d’Italia). Un ruolo importantissimo, quello dell’Antitrust, rafforzato nel 2005 dalla legge per la tutela del risparmio che ha affidato all’Antitrust la competenza per la concorrenza fra le banche e che sotto la spinta dio Catricalà ha accresciuto la sua influenza intervenendo su settori e questione chiave dell’economia e della finanza italiana. La poltrona quindi, oltre ad essere delicata e di peso, è ambita. A contendersela ci sarebbero il viceministro all’economia Giuseppe Vegas, il segretario generale del Ministero degli Esteri Giampiero Massolo, il presidente della Cassazione Vincenzo Carbone (già indicato anche per la Consob) e il procuratore aggiunto di Milano Francesco Greco, nome, quest’ultimo, difficile da digerire per Berlusconi (Greco è infatti un grande esperto di reati finanziari che si è distinto nel pool milanese di Mani pulite). Nel calderone delle indiscrezioni è però finito anche il nome di Mauro Masi, attuale direttore generale di una Rai campione di polemiche e passi falsi piuttosto che di ascolti. Lo stesso Masi che, ironia della sorte, il sei luglio è stato multato dall’Antitrust per pubblicità ingannevole e il 5 ottobre è finito nel mirino sempre dalla stessa Autorità per pratica commerciale scorretta.

Come detto, mentre il nome alla guida di Consob spetta al Governo, quello dell’Antitrust è appannaggio del Parlamento: per la designazione del nuovo manager sono a disposizione di Camera e Senato ancora 45 giorni. Il tempo a disposizione c’è, ed è positivo se si considera che su quella nomina sarebbe utile raggiungere un’ampia convergenza. Soprattutto, sarà utile che alle parole di chi avrà in mano lo scettro per benedire il nuovo presidente (Schifani e Fini), seguiranno i fatti. Il Presidente della Camera per esempio, appena una settimana fa ha detto che “per consentire al paese di crescere è fondamentale consolidare e rilanciare i processi di liberalizzazione. Bisogna sfrondare la foresta pietrificata di privilegi, corporativismi e particolarismi che continuano a gravare sulla nostra economia". E ha continuando spiegando come “la concorrenza spinge le aziende a migliorare la qualità dei servizi e a contenere costi e prezzi e in questo modo dà un contributo determinante allo sviluppo. Se ne avvantaggia il mercato, cioè i consumatori, che finalmente hanno un’alternativa e quindi la possibilità di scegliere il servizio di cui usufruire in base al valore del rapporto qualità/prezzo". Se è vero, come è vero, che nel paese del clientelismo e della poca libertà economica non è difficile incappare in situazioni borderline nelle quali l’offerta concorrenziale è ridotta ai minimi termini, l’auspicio è che in sede di designazione del nuovo presidente, le buone intenzioni non vengano smentite da una nomina che poco “c’azzecca” con il ruolo che andrà a ricoprire.

Per una casella che si libera ce ne è subito una nuova da occupare. E se Lamberto Cardia dopo aver lasciato la Consob dal primo luglio andrà a guidare le Ferrovie dello Stato (al suo fianco è stato confermato in Fs l’amministratore delegato, Mauro Moretti, mentre nel cda sono entrati i nuovi consiglieri Stefano Zaninelli e Alberto Brandani), su un’Authority molto importante per il futuro energetico italiano non è ancora soffiato il vento giusto. Si tratta dell’Agenzia per la sicurezza Nuclerae, strettamente collegata al Ministero dello Sviluppo Economico, la cui guida resta ancora ballerina. La nomina del nuovo Ministro – propedeutica alla stesura della Strategia nucleare – tarda ad arrivare, al punto che qualcuno vocifera dell’intenzione del premier di tenere l’interim fino all’autunno. Così come non sono state approvate le nomine dei membri dell’Agenzia per la Sicurezza Nucleare, autorità su cui si incardina il progetto dell’atomo. Il nodo dell’Agenzia potrebbe essere sciolto entro la fine dell’estate, almeno secondo quanto riferito dal Ministero dell’Ambiente Stefania Prestigiacomo qualche settimana fa. Svolgerà, tra le altre cose, le funzioni e i compiti di autorità nazionale unica per la regolamentazione tecnica, il controllo e l’autorizzazione delle attività concernenti gli impieghi dell’energia nucleare, ma da mesi attende la nomina del presidente. I consensi, in questo caso, convergono tutti su un nome, quello di Maurizio Cumo, Ordinario di Impianti Nucleari alla Sapienza di Roma, socio dell’Accademia Nazionale delle Scienze e presidente del Comitato Scientifico internazionale della Direzione energia nucleare francese (la nomina del numero uno dell’Agenzia avverrà con decreto del Presidente della Repubblica su proposta del Presidente del Consiglio)

Ma il 30 giugno si libera un’altra poltrona, quella di Invitalia, ovvero l’Agenzia nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa, nata nel 2008 dalle ceneri di Sviluppo Italia, alla quale sarebbe già stato designato Giancarlo Innocenzi. Chiuderanno i tre anni di governo, nel 2011, anche i presidenti e amministratori delegati di Eni, Enel, Finmeccanica e Poste. Su Poste si sono concentrati molti rumors, che darebbero Danilo Broggi come possibile candidato al posto di Massimo Sarmi, il cui nome per una brevissima finestra di tempo era circolato a proposito della casella lasciata libera da Scajola. Danilo Broggi, cinquant’anni appena compiuti, guida la Consip (società per azioni del Ministero dell’Economia e delle Finanze che lavora al servizio esclusivo delle pubbliche amministrazioni ) da quattro anni. E lo farebbe in maniera egregia. Di certo, Consip è considerata una delle migliori società in Europa nell’ambito della centralizzazione degli acquisti pubblici e del supporto di sviluppo dell’Ict, tanto che appena un anno fa è stata premiata con l’European e-Goverment Awards.

Gli occhi, nell’immediato, restano puntati sul Consiglio dei Ministri di oggi e sulla probabile nomina di Catricalà alla guida di Consob, ma il valzer di nomine è già partito. E anche da quelle nomine dipenderà la stabilità economica dei prossimi anni.

Emanuela Zoncu