Charlie Gard: fino al 25 luglio non abbasseremo la guardia!
14 Luglio 2017
Bisognerà aspettare il prossimo 25 luglio per conoscere il destino del piccolo Charlie Gard. Lo ha deciso il giudice Nicholas Francis nella seduta odierna dell’Alta Corte inglese che, in vista del pronunciamento definitivo, ha convocato un meeting di esperti, in programma lunedì 17 luglio, per approfondire alcuni aspetti medico-scientifici relativi alle condizioni del bambino di 11 mesi affetto da una grave malattia rara e ricoverato al Great Ormond Street Hospital di Londra. L’idea, da quanto si capisce, è di arrivare a una valutazione condivisa dello stato del piccolo: quali siano i danni cerebrali, che possibilità ha di migliorare, se soffre.
L’incontro, a cui parteciperanno i medici che hanno seguito Charlie in questi mesi, la madre di Charlie (ammessa dopo una lunga trattativa), un medico italiano dell’ospedale pediatrico Bambin Gesù di Roma e il medico statunitense Michio Hirano, che si è offerto di sottoporlo a un trattamento sperimentale, sarà presieduto da una figura “indipendente” a garanzia dell’imparzialità delle valutazioni che verranno effettuate. Ci chiediamo quali siano le garanzie di indipendenza, e soprattutto cosa voglia dire nello strano vocabolario adottato dai magistrati: indipendente da chi, e rispetto a cosa? Basta vedere chi è stato scelto come tutore legale del bimbo, e quanto sia una figura “indipendente” (come ha scritto sull’Occidentale Assuntina Morresi, nell’articolo “Chi rappresenta Charlie in tribunale contro i genitori”).
Sarà questo arbitro, comunque, a decidere se e quando dare la parola alla madre. Secondo il giudice, infatti, la partecipazione dei genitori a questa tappa intermedia del procedimento potrebbe “influenzare i medici”. L’interrogativo sorge spontaneo e dirompente: perché nel dibattito sul fine vita ci si appella sempre fortemente al vincolo che le dichiarazioni anticipate di trattamento pongono al personale medico e, in questo caso, il punto di vista dei genitori di Charlie, che hanno la responsabilità umana e legale del bimbo, viene addirittura considerato inopportuno? Perché l’esercizio della loro genitorialità non deve poter essere vincolante almeno quanto una Dat?
Una delle possibilità vagliate nella seduta odierna della Corte, è che, prima del meeting fra gli esperti, il piccolo Charlie venga sottoposto, previa autorizzazione dei genitori, a una risonanza magnetica per la valutazione della circonferenza cranica (sulla quale ieri c’erano state accese discussioni). Si è parlato anche di un eventuale elettroencefalogramma. Il giudice, premettendo che accoglierà con favore ogni accordo fra le parti, ha inoltre puntualizzato che nessun trasferimento del bambino potrà avvenire senza autorizzazione della Corte.
I tempi che porteranno alla decisione finale, dunque, si dilatano ma la guardia non può essere abbassata. La speranza che qualcosa possa invertire il corso di una sentenza di morte è grande. E L’Occidentale approfitterà di ogni singolo giorno per scrivere ancora di Charlie, per raccontare il coraggio con cui i suoi genitori chiedono di curarlo (che non vuol dire guarirlo), e ogni singolo dettaglio di questa battaglia per la salvaguardia della vita e della salute.
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