Chavez stavolta non avrà partita facile contro il suo nuovo sfidante
18 Febbraio 2012
"C’era una volta in Venezuela un presidente socialista di nome Chávez…". E’ questa la favola che il nuovo avversario del presidente uscente venezuelano, sarà Henrique Capriles Radonski, neocandidato del principale partito d’opposizione venezuelano alle elezioni del prossimo Ottobre, che nella giornata di Domenica scorsa ha conquistato una vittoria schiacciante nelle votazioni primarie all’interno del suo schieramento.
Nato e cresciuto in Venezuela, Henrique Capriles Radonski, 40 anni il prossimo 11 luglio, cattolico credente e praticante, è laureato in legge, ed attualmente ricopre la carica di governatore dello stato federato venezuelano della Miranda.
E’ nipote di immigrati ebrei polacchi, sopravvissuti del ghetto di Varsavia durante la Seconda Guerra Mondiale. Capriles cita spesso nei suoi discorsi politici la figura di sua nonna, e soprattutto ricorda con affetto l’arrivo dei suoi parenti in Venezuela, alla fine degli anni ‘40, che portavano con sé una valigia rotta e fatta di cartone, con all’interno solo pochi vestiti, ma piena, invece, di tante speranze per il futuro.
Il neocandidato alla guida del Venezuela ha subito una campagna mediatica diffamatoria senza eguali, condotta in primis dai mass media legati favorevoli alla politica del socialista Chávez, tanto da essere etichettato dalla stampa pro Chávez d’essere omosessuale e addirittura un agente segreto sionista. Nonostante ciò, Capriles è riuscito a vincere con più di 1,8 milioni di voti su un totale di circa tre milioni di voti distribuiti tra i diversi candidati in lizza nelle primarie dell’opposizione.
"Questa è una caratteristica del attuale governo ", ha detto José Ramon Medina, coordinatore responsabile della coalizione di opposizione, Mesa de la Unidad Democratica (MUD, “Unità Nazionale”), nata dopo le elezioni regionali del 2008 che unisce liste di varia natura politica (dai liberali al socialdemocratici, fino ai centristi). "Il governo Chávez vuole attaccarci a tutti i costi, specie dopo aver visto che tre milioni di cittadini venezuelani sono andati a votare alle primarie".
Gli attacchi sembrano essere l’inizio di una lotta feroce da parte del governo contro l’opposizione, che sta cercando di compiere un’impresa da molti ritenuta impossibile, ovvero spodestare il leader autoritario Hugo Rafael Chávez dopo 13 anni alla guida del esecutivo. Anche se Chávez riscontra ancora molto successo e popolarità, soprattutto nelle fasce più povere della popolazione venezuelana, la maggior parte dei cittadini crede che sia giunta l’ora di dare una scossa al paese.
“Dobbiamo rinnovare la politica nazionale – ha dichiarato il candidato Capriles – e stare al passo con la nuova realtà mondiale che ci circonda. E’ nostro compito affrontare la crisi che sta attanagliando moltissime famiglie venezuelane e fermare le reti clientelari instaurate dal governo socialista di Chávez”.
Un Chávez insolitamente schivo questa volta non ha voluto rilasciare dichiarazioni pubbliche in merito al trionfo di Capriles, ma si è limitato soltanto ad asserire che il candidato vincente dell’opposizione, e suo prossimo sfidante alle presidenziali, altro non è che un “semplice servo dell’imperialismo occidentale”.