Chi è il più europeista dei cattolici italiani?

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Chi è il più europeista dei cattolici italiani?

Chi è il più europeista dei cattolici italiani?

04 Novembre 2007

E’ denso di spunti molto interessanti il libro I cattolici e l’Europa. Laicità, religione e
sfera pubblica
(pagg. 252, euro 16), curato per l’editore Rubbettino da
Ambrogio Santambrogio, docente di sociologia nell’Università di Perugia, che ha
raccolto gli interventi di altri otto studiosi di discipline sociologiche.

La
parte che caratterizza il volume è la terza, di taglio tipicamente sociologico,
dedicata a una ricognizione delle posizioni che alcune realtà
dell’associazionismo cattolico hanno assunto in merito alla questione-Europa.
Attraverso interviste fatte ad alcuni responsabili delle varie organizzazioni,
il gruppo di lavoro che ha prodotto il libro ha ricostruito una sorta di mappa
dell’odierno europeismo cattolico italiano, inevitabilmente parziale, ma
ugualmente significativa, dal momento che i pareri raccolti provengono
dall’Agesci (scoutismo cattolico), dalla Comunità di Sant’Egidio, dal movimento
“Beati i costruttori di pace”, dal cammino neocatecumenale, dal Rinnovamento
nello Spirito e da Comunione e Liberazione (che non ha rilasciato interviste,
ma è stata studiata attraverso un’ampia documentazione).

I risultati di questo
lavoro di ricerca vengono sintetizzati come segue: l’Agesci e la Comunità di Sant’Egidio
manifestano un positivo interessamento nei riguardi del processo di
integrazione europea; un atteggiamento sostanzialmente indifferente, seppur a
partire da motivazioni diverse, viene palesato dai neocatecumenali, da “Beati i
costruttori di pace” e dal Rinnovamento nello Spirito; mentre Comunione e
Liberazione guarda con occhio assai critico all’europeismo. Inoltre, di questa
terza parte del libro è opportuno sottolineare il primo capitolo, nel quale
viene proposta una mappa dell’associazionismo cattolico che l’autrice stessa
definisce “problematica”, offrendo così una significativa chiave di lettura di
un fenomeno di rara complessità quale è appunto quello dell’associazionismo
cattolico italiano, che permette al massimo tentativi di descrizione e non
autorizza certo interpretazioni univoche.

La seconda sezione del libro, che
consta di due contributi, è dedicata a studiare la posizione della Chiesa
cattolica riguardo all’Europa, tenendo presente la dimensione istituzionale e
ufficiale di essa: tale indagine è realizzata attraverso una breve analisi dei
discorsi di papa Giovanni Paolo II più decisamente concernenti la questione
europea e una ricognizione delle istituzioni create dalla Chiesa per
rapportarsi proprio  alla dimensione
europea. Nella prima parte del volume troviamo cinque contributi, meno
descrittivi e più speculativi, riguardanti quelle che sono definite le
questioni di sfondo, ovvero alcune grandi tematiche che vanno a costituire il
quadro di riferimento entro il quale i vari autori hanno collocato i loro
contributi. Fra le tante indicazioni emergenti meritano una segnalazione
speciale quelle riguardanti il concetto di secolarizzazione che, come è noto, è
divenuto ormai da molto tempo nevralgico 
nel dibattito sulle questioni inerenti la religione e, in particolare, i
suoi rapporti con la cultura e il mondo moderni.

La prima di queste indicazioni
è la seguente: mentre sembrava inarrestabile il declino della dimensione
religiosa e della sua presenza nel tessuto sociale,  “Oggi assistiamo ad un ritorno della
religione sul piano empirico che la vulgata
sociologica della secolarizzazione non sembra in grado di spiegare”. A questo
riguardo viene citato il noto studioso T. Parsons, che sostiene che la
religione non perde la sua centralità con lo sviluppo della modernità e
addirittura che “sotto i più svariati aspetti la società moderna è più conforme
ai valori del cristianesimo di quanto lo siano le società che l’hanno
preceduta”. A prima vista questa tesi colpisce per la sua paradossalità, ma
indubbiamente merita la massima attenzione. Addirittura viene fatto notare che
ci sono studiosi che ritengono che soltanto nel mondo moderno sia possibile una
fede autentica, perché autenticamente e liberamente scelta. In questo contesto
si situa anche la teoria di chi giudica molto parziale, se non proprio errata,
l’idea che dopo l’Illuminismo si assiste a una progressiva privatizzazione della
dimensione religiosa. Impossibile sarebbe in questa sede indicare e valutare le
numerose questioni che il libro lascia aperte e pure le molteplici tesi che in esso
sono sostenute.

Concludendo, diciamo che il lavoro risulta nel complesso molto
interessante e stimolante e di questo vogliamo dare atto agli autori che ci
sembra giusto ricordare in ordine alfabetico: Bontempi, Bortolini, Caniglia,
Cruzzolin, Galmacci, Giuliani, Privitera, Rosati, Santambrogio.