Chi preferisce la Cina agli Usa ha urgente bisogno di un dottore

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Chi preferisce la Cina agli Usa ha urgente bisogno di un dottore

18 Giugno 2008

Will Hutton non è uno qualsiasi. Da oltre quindici anni è editorialista prima del quotidiano Guardian, e poi dell’Observer, il settimanale della domenica dello stesso gruppo britannico. Un gruppo che è nato nel nord industriale inglese e che ne ha ereditato la prospettiva "di sinistra" di analisi della realtà. Proprio per la sua attenzione ai problemi sociali, Hutton è appena stato invitato niente di meno che da papa Benedetto XVI a contribuire al convegno "Il capitale sociale e lo sviluppo umano", organizzato dalla Fondazione "Centesimus Annus Pro Pontifice" (creata da Giovanni Paolo II nel 1993 per rispondere ai problemi del presente e del futuro della società capitalista a un secolo di distanza dalla Rerum Novarum). (Dunque niente bacio di anello pescatorio per Mr Hutton, ma una bella stretta di mano, da laico progressita militante.) 

Proprio per questa sua attenzione al "sociale" ha destato tanto più scalpore tra i lettori dell’Observer un suo recente articolo (11 maggio 2008) intitolato "Basta con i disfattisti: l’America resta la nostra prima fonte di ispirazione". La recente visita a Roma del presidente americano George W. Bush e i commenti che sono seguiti ai suoi incontri con il Pontefice e con il Primo Ministro Silvio Berlusconi ci hanno fatto tornare alla mente l’articolo di Hutton, e soprattutto la valanga di commenti (centinaia) inviati al suo blog, quasi tutti di "indignata protesta". Una galleria di luoghi comuni antiamericani che purtroppo aleggiano nell’aria ogniqualvolta si parli o si scriva di Stati Uniti. Un florilegio di insulti che colpiscono ancora di più perché provengono da un pubblico relativamente di altro profilo, e non da quotidiani di bassa lega quali Daily Mail o Daily Mirror, per nulla dire di News of the World. 

Naturalmente non poteva mancare il blogger che scrive dall’Italia e invoca la traduzione dell’articolo di Hutton in italiano, "posto che ci sia ancora un giornale disposto a pubblicarlo nell’Italia neofascista", impero di Murdoch e Berlusconi, quest’ultimo "complice di Bush" e  deportatore di rumeni. Il nostro blogger anti-berlusconiano è stato evidentemente alterato dalla sola presenza del nome demoniaco, Bush, visto che l’articolo di Hutton è in realtà pro-americano. 

Ma andiamo per ordine. Hutton mette a confronto i due grandi paesi del mondo di oggi, gli Stati Uniti e la Cina, e profetizza che, nonostante il peso crescente della Cina, saranno comunque gli Stati Uniti a dominare il prossimo mezzo secolo grazie al loro dominio tecnologico e scientifico, con il quale saranno in grado di sostenere la loro egemonia militare, di dare vita a un nuovo periodo di industrializzazione e "di definire la modernità tanto nella cultura quanto nell’industria stessa". Secondo Hutton, nell’università, nella ricerca, nella tecnologia dell’informazione e della comunicazione e nell’innovazione in genere gli Stati Uniti sono anni luce davanti al resto del mondo, Cina ed Unione Europea incluse. L’economia americana è molto più forte in quanto non appaia, e la vita politica (anche grazie alla contesa Obama-Clinton-McCain) è più attiva e partecipata che mai.

Uno sguardo alla Cina, sostiene Hutton, ne mette in luce l’inerente debolezza a tutti i livelli, incluso quello economico. Le università di rilievo internazionale sono soltanto tre, non ci sono società commerciali di una qualche importanza globale, e l’innovazione nel campo della ricerca e dello sviluppo è uguale a zero. In Cina non esiste pubblico dibattito politico e il sistema giudiziario dipende direttamente dal sistema politico. Il realtà, il mix di sviluppo economico e di sostegno istituzionale è molto più avanzato, anche se meno appariscente, nella democratica India che nella dittatoriale Cina. Insomma, conclude Hutton: chiunque preferisca la Cina agli Stati Uniti "dovrebbe correre dal dottore e farsi visitare". 

Apriti cielo e scatena i tuoi bloggers, molti dei quali evidentemente americani essi stessi. In verità, qualcuno tra di loro timidamente ha osato sostenere che l’opinione di Hutton "non coincide con quella che accomuna i lettori dell’Observer e del Guardian,  e che l’articolo, benché inatteso, era "un buon esempio di come si debbano a volte inghiottire i propri pregiudizi e confrontarsi con la realtà dei fatti". Ma gli altri? Le accuse le possiamo tutte immaginare, ma tant’è cerchiamo di riassumerleCapitalismo e progresso? Le università sono di alto livello perché i docenti sono stranieri e soprattutto cinesi. La ricerca non esiste perché i finanziamenti vengono garantiti soltanto a chi produce risultati utili all’industria o alla difesa (leggi Pentagono). Quand’anche si arrivi a certi risultati, questi vengono soppressi (vedi NASA e riscaldamento globale). Il venti per cento della popolazione non ha accesso alla sanità pubblica (la protesi dell’anca costa $30.000 contro $8.000 a Bangalore). Un bambino su tre avrà il diabete da adulto. 

Paese della libertà? Torturiamo e spiamo tanto quanto la Cina. Abbiamo campi i concentramento come le Corea del Nord. Rifiutiamo gli aiuti cubani alla Louisiana colpita dall’uragano Katrina così come il Myanmar (Birmania) ha rifiutato gli aiuti occidentali. 

Democrazia e dibattito? La gente ha votato per un "idiota alcolizzato criminale di guerra" quale Bush. I risultati delle ultime elezioni presidenziali sono frutto di brogli identici a quelli dello Zimbabwe. Agli afro-americani viene impedito di votare. La vita pubblica è in mano alle sette religiose. Due terzi degli americani credono nella creazione divina e prendono la Genesi alla lettera. Bush "parla con Dio". 

Law and Order? L’habeas corpus è stato abolito. Non esistono più le giurie dai processi giudiziari. Dai diritti siamo tornati ai privilegi. I mass media sono intimiditi o controllati dal governo. L’un per cento della popolazione è in galera (in Cina la percentuale è tre volte minore).  Ci sono più armi che cittadini. 

Politica estera? Durante la Seconda Guerra Mondiali, gli Alleati sono stati peggio dei nazisti e dei giapponesi per il modo in cui hanno vinto. Dal 1950 gli Stati Uniti hanno attaccato illegalmente il resto del mondo cinquanta volte, sono alla base di quasi tutti i genocidi, e hanno causato più colpi di stato di chiunque altro. Abbiamo paesi poveri che non ci avevano fatto niente e che non ci minacciavano (Afghanistan e Iraq, ovviamente). La politica estera cinese è molto meglio di quella americana. Gli Stati Uniti di oggi sono una versione aggiornata dell’Unione Sovietica. Gli Stati Uniti e Israele hanno organizzato la strage dell’11 settembre 2001 e tutte le altre stragi precedenti attribuite agli islamisti.

Insomma, Madamina, devo continuare? Perché continuare si potrebbe, con altrettanti luoghi comuni, ovvietà, bugie, e soprattutto assenza di contesto. Ma non ne vale la pena. La prossima volta che leggerete una dichiarazione antiamericana condita da apparente ragionevolezza, andate però a consultare il Catalogo del Bravo Antiamericanista. Vedrete che la troverete già lì. E’ una storia vecchia almeno come la Costituzione americana.