Chi riduce gli sprechi per ridurre anche le tasse non fa macelleria sociale

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Chi riduce gli sprechi per ridurre anche le tasse non fa macelleria sociale

01 Febbraio 2010

“Vogliamo evitare a questo Paese la macelleria sociale, non c’è riduzione fiscale che valga quanto conservare la sanità e le pensioni… per conservare la vita delle persone e la coesione sociale”. Così ha parlato qualche giorno fa il Ministro dell’Economia Giulio Tremonti, chi non la pensa come lui è un dottor Stranamore, o peggio, un becero macellaio sociale.

Un Ministro di un governo liberale che parla come una Melandri qualsiasi è cosa piuttosto sconfortante, soprattutto per chi sognava la rivoluzione liberale…, ma non è di questo che mi interessa parlare.

Vediamo invece un po’ com’è questa sanità da conservare.

E’ notizia non infrequente la morte di pazienti (un neonato anche sabato scorso) in ambulanza mentre perigrinano cacciati da un pronto soccorso all’altro, o di chi entra in sala operatoria con la gamba destra rotta e ne esce con il braccio sinistro ingessato, o di chi sosta per giorni al pronto soccorso in attesa di una raccomandazione per essere ricoverato in reparto, o di chi aspetta per mesi e mesi, purtroppo a volte invano, di essere chiamato per effettuare una TAC. Una sanità, questa da conservare, per la quale in Sicilia si destinano 472 euro ad abitante alla sanità, mentre in Lombardia 159, un posto letto in Calabria e in Campania costa allo Stato tre volte un posto letto sempre in Lombardia, così come ogni genere di prestazione. Una sanità dove il numero di protesi pagate dalle ASL in Puglia, sta superando il numero di abitanti della Puglia stessa e le stesse vengono ormai vendute ad etti in cambio di qualche escort. Su 106 miliardi di spesa totale per la sanità, il 20% circa deriva dalla intermediazione politica: le protesi appunto, le clientele, i raccomandati, i nullafacenti che ti guardano pigri nelle corsie dei pronto soccorso. E quanti ospedali nuovi e mai inaugurati ammuffiscono in varie regioni d’Italia?

Non da meno è il sistema pensionistico che dovremmo così gelosamente conservare. Pensioni tra le più basse in Europa, date a vegliardi cinquantottenni, che puntualmente dopo aver ritirato il primo assegno di pensione, si avviano beati verso il loro piccolo lavoretto in nero. Un’età pensionabile forse adatta alle aspettative di vita di fine Ottocento e un numero di pensioni di invalidità fantascientifico che, chissà per quale ragione etnico-climatica, cresce esponenzialmente dal Nord al Sud della penisola.

Ebbene, è macelleria sociale chiedere una sanità più efficiente, oltre che più efficace, è così sicuro il Ministro Tremonti che non ci siano sprechi e recuperi di spesa pubblica in un sistema così disorganizzato, inefficiente, pieno di clientele ed approssimazione? E’ macelleria sociale mandare in pensione i lavoratori a 65 anni, come in ogni paese che ci circonda, o verificare se un invalido è veramente tale, oppure no?

Ed ancora, è macelleria sociale chiedere di poter fare a meno della provincia di BAT, di Medio Campidano, di Ogliastra (ma dove sono?) e magari anche di tutte le altre 107 (centosette!), ovvero chiedere che la spesa per acquisti della Pubblica Amministrazione non cresca  a valori quadrupli l’inflazione (da 85 miliardi nel 2000 a 130 nel 2008, il 50%!), oppure che il costo della Pubblica Amministrazione per il cittadino italiano sia uguale a quello del cittadino francese e tedesco.

E’ mai possibile, che su un totale di spesa della Pubblica Amministrazione di 803 miliardi nel 2009 (più del 50% del PIL) non ci sia spazio per ridurla del 5% (cinque!, non cinquanta) e utilizzare i 40 miliardi ottenuti per iniziare a ridurre le tasse sulle famiglie e sul lavoro?

Il terzo debito del mondo e la crisi sono scuse che rischiano, queste sì, di prolungare gli effetti della crisi, ci vuole coraggio, determinazione e volontà, altro che mercatisti ed antimercatisti!

Chi sono infatti i veri macellai sociali, coloro che chiedono più efficienza e razionalità nella spese pubblica, un sistema pensionistico più giusto, la garanzia di avere un posto letto quando ci si ammala o coloro che ci costringono a pagare le tasse più alte d’Europa per avere i salari più bassi, le pensioni da fame e spesso a morire in una corsia d’ospedale?    

Suvvia un sussulto di coraggio, per favore!