Chiesa. Papa: “Fare il possibile per tutelare l’occupazione”

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Chiesa. Papa: “Fare il possibile per tutelare l’occupazione”

31 Gennaio 2010

Benedetto XVI ha lanciato un appello dalla finestra di San Pietro durante l’Angelus e ha chiesto di fare "tutto il possibile per tutelare e far crescere l’occupazione, assicurando un lavoro dignitoso e adeguato al sostentamento delle famiglie". Il Papa si è associato così all’appello della Cei e ha chiesto alla Fiat e all’Alcoa di garantire lavoro ai dipendenti degli stabilimenti in via di chiusura: "La crisi economica sta causando la perdita di numerosi posti di lavoro, e questa situazione richiede grande senso di responsabilità da parte di tutti: imprenditori, lavoratori, governanti".

Quindi, il Pontefice ha continuato ricordando "alcune realtà difficili in Italia, come, ad esempio, Termini Imerese e Portovesme; mi associo pertanto – ha detto Benedetto XVI – all’appello della Conferenza Episcopale Italiana".

Piccolo fuori programma al termine dell’Angelus quando le colombe della pace liberate dalla finestra da due ragazzi dell’Azione Cattolica hanno preferito non prendere il volo: una è rimasta appollaiata sul davanzale, mentre l’altra probabilmente a causa del freddo è rientrata negli appartamenti vaticani. Dal microfono è stato chiaramente distinto un "e te pareva" pronunciato con accento romanesco dalla ragazza dell’Azione Cattolica a fianco del Papa. L’appello del Santo Padre non può cadere nel vuoto", ha affermato il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti, commentando l’appello lanciato oggi da Benedetto XVI. "Ancora una volta – aggiunge Angeletti – Papa Benedetto XVI dimostra grande sensibilità ai problemi del lavoro: lo ringraziamo per la sua paterna attenzione. Se si vuole salvare il Paese, bisogna salvaguardare l’occupazione".

Il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, ha augurato che l’appello di papa Ratzinger "possa scuotere le coscienze di tutti". "Ci vuole – afferma Bonanni in una nota – maggiore senso di responsabilità da parte di tutti, governo, opposizione, imprenditori, sindacati, banche, per uscire da questa crisi e rilanciare l’occupazione". Secondo Bonanni "dall’alto del suo magistero spirituale, il Pontefice invita tutti ad un maggiore impegno per tutelare l’occupazione ed i più deboli. C’é troppa ordinarietà nell’affrontare questa crisi, mentre ci vorrebbe un impegno straordinario attraverso nuovi provvedimenti e misure innovative per risollevare l’economia".

A giudizio del leader della Cisl, infatti, "ci sono troppi ritardi ed omissioni negli investimenti da parte delle istituzioni nazionali e locali. Così come non basta limitarsi a sciorinare ogni giorno cifre e statistiche sull’andamento della cassa integrazione o sul numero dei disoccupati. Bisogna fare di più. Molte imprese stanno scaricando le loro oggettive difficoltà di mercato sulla pelle dei lavoratori, come sta accadendo con Alcoa e con la Fiat che vuole chiudere lo stabilimento di Termini Imerese dimostrando, in questo caso, scarso senso di responsabilità nei confronti del futuro del Mezzogiorno ed in particolare della Sicilia". Quindi, conclude Bonanni, "ecco perché speriamo che l’appello accorato del Papa possa scuotere le coscienze di tutti e stimolare le istituzioni, la politica e le parti sociali a lavorare insieme per trovare una via d’uscita alla crisi e dare una prospettiva di lavoro a chi rischia di perderlo".