Chiesa. Papa: “Vicino ai cristiani peseguitati in Iraq e nel mondo”
21 Novembre 2010
di redazione
Benedetto XVI è vicino ai cristiani che soffrono persecuzioni e discriminazioni, specialmente in Iraq, e si appella affinché "in ogni parte del mondo sia assicurata a tutti la libertà religiosa". Il Papa lo ha detto dopo la recita dell’Angelus, ricordando la giornata di preghiera indetta dalla Cei per le vittime cristiane in Iraq.
Ricordando la giornata di preghiera dedicata oggi in Italia ai perseguitati in Iraq, ha aggiunto: "Mi unisco a questa corale invocazione al Dio della vita e della pace affinché in ogni parte del mondo sia assicurata a tutti la libertà religiosa. Sono vicino a questi fratelli e sorelle per l’alta testimonianza della fede che rendono a Dio".
Ieri, sulla questione era intervenuto mons. Dominique Mamberti, segretario vaticano ai Rapporti con gli Stati, che in una rara intervista ad Avvenire aveva definito "politici" gli attacchi contro i cristiani in Iraq perché vogliono ”destabilizzare il Paese o alcune sue componenti”. Il "ministro degli esteri" della Santa Sede ha lodato la ”sollecitudine particolare” riservata alle vittime dell’assalto alla cattedrale cattolica di Baghdad da ”alcuni Paesi, come l’Italia, la Francia e la Germania” che ne hanno accolto ”un gruppo affinché siano curati nelle proprie strutture sanitarie”.
Tuttavia, mons. Mamberti ha notato che ”all’infuori di alcuni governi”, la reazione del mondo occidentale ”è stata piuttosto timida, quantomeno a livello pubblico. Anche il rilievo dato dai grandi mezzi di comunicazione sociale è effimero e problemi di minore importanza attirano molto di più la loro attenzione”.
Di fronte al moltiplicarsi delle violenze contro i cristiani, e all’esodo di una comunità con radici millenarie nel Paese, per il diplomatico vaticano ”è doveroso che le persone e le comunità religiose manifestino il più netto e radicale ripudio della violenza, di ogni violenza, a partire da quella che pretende di ammantarsi di religiosità, facendo addirittura appello al nome sacrosanto di Dio per offendere l’uomo”.
Il Vaticano segue la situazione con ”grandissima preoccupazione”: ”Le comunità cristiane – ha spiegato mons. Mamberti – soffrono ingiustamente, hanno paura e si trovano in una situazione di tale difficoltà che molti cristiani decidono di emigrare. Ma con loro anche tutto il Paese si vede seriamente danneggiato… I cristiani sono presenti in Iraq dagli inizi della storia della Chiesa, hanno avuto un ruolo importante nello sviluppo della società, specie in ambito culturale, e, anche nelle circostanze attuali, hanno vocazione ad essere artefici di pace e di riconciliazione”.
Il papa ha già stanziato ”100mila dollari per l’aiuto alle famiglie” e ”ha chiesto alle istituzioni irachene e a quelle della comunità internazionale di unire le forze per porre termine alla violenza”. La violenza in Iraq è però legata al più ampio scenario del conflitto in Medio Oriente. Su questo fronte, mons. Mamberti chiede ”una soluzione ‘regionale’, che non trascuri gli interessi di nessuna delle parti, e ‘negoziata’, cioé che non sia frutto di scelte unilaterali e imposte con la forza”.