Cina, Xi apre il Congresso e chiude a qualsiasi cambiamento

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Cina, Xi apre il Congresso e chiude a qualsiasi cambiamento

Cina, Xi apre il Congresso e chiude a qualsiasi cambiamento

16 Ottobre 2022

Pechino, Cina. Xi Jinping apre il XX Congresso del partito comunista nel segno della continuità. Nel suo intervento di oggi, il leader cinese ha affermato che il suo Governo continuerà sulla strada del controllo statale nella economia e sulla società. In tutte quelle politiche che hanno messo Pechino in rotta di collisione con gli Usa.

In attesa di ricevere il suo terzo mandato, Xi ha esaltato i risultati dell’ultimo piano quinquennale, parlando di “ringiovanimento” della nazione. Il terzo mandato lo renderebbe il politico cinese più potente dai tempi di Mao.

“Un futuro luminoso”, mica tanto

Secondo Xi la Cina ha davanti “un futuro luminoso, anche se abbiamo ancora molta strada da fare”. Un discorso tenuto davanti a circa duemila delegati del partito comunista nel centro di Pechino, in quella sala del popolo che si affaccia su Piazza Tienanmen.

Xi ha esortato i comunisti cinesi ad avere “fiducia e forza d’animo” nel partito e nel popolo, per non essere “scoraggiati dalle intimidazioni o intimiditi dalle pressioni”. Quindi ha annunciato nuovi investimenti nell’Esercito popolare di liberazione e la promessa che la Cina non escluderà l’uso della forza per riportare l’isola di Taiwan sotto il controllo di Pechino.

“La riunificazione con Taiwan va assolutamente raggiunta e sarà certamente raggiunta”, ha detto il capo assoluto della Cina. Proprio quella parola, “riunificazione”, che tanti taiwanesi rifiutano considerando inaccettabili le pretese egemoniche di Pechino dopo la separazione del 1949.

Pugno di ferro contro il Covid

La continuità del regime resterà tale anche nelle politiche economiche, con il ritorno del ferreo controllo statale nella vita economica del Paese avvenuto negli ultimi anni. Insieme alla gestione poliziesca della pandemia, tra lockdown improvvisi e divieti di spostamento. “Mettiamo le persone e le loro vite al di sopra di ogni altra cosa,” ha detto Xi difendendo il modello sanitario di contenimento del Covid.

Il futuro sarà pure luminoso ma il presente non è il migliore dei mondi possibili. In Cina la crisi immobiliare avanza, il prezzo pagato da settori come turismo e commercio per la politica restrittiva sul Covid è alto. Idem per la guerra in Ucraina che ha rallentato ulteriormente la produzione cinese.

Il portavoce del congresso, Sun Yeli, in conferenza stampa ha lasciato filtrare anche notizie su ulteriori modifiche costituzionali. Dopo quella che ha permesso a Xi di ricandidarsi per la terza volta, per rafforzare il ruolo del leader e del partito.

Repressione del dissenso interno

Da dieci anni, Xi ha praticamente il controllo degli affari interni, della politica estera, dell’esercito, dell’economia, insieme agli uomini chiave del partito che gli sono fedeli. Resta anche inalterata la politica di repressione del dissenso e di controllo della informazione nel Paese.

Chi prova a protestare pubblicamente, come è accaduto la scorsa settimana con alcuni striscioni contro la gestione del Covid appesi sui muri di Pechino, sparisce da Internet. Per Xi la repressione del dissenso a Hong Kong, criticata con forza dagli Usa e dai Paesi occidentali, è invece un risultato da vendere davanti al Congresso.

Le misure repressive adottate dopo le grandi proteste a Hong Kong nel 2019 per Xi sono servite a ristabilire l’ordine nel Paese e ad assicurarsi che Hong Kong venga governata da patrioti. Il nuovo ordinamento cinese sulla sicurezza nazionale imposto a Hong Kong ha silenziato la opposizione e qualsiasi richiesta di democrazia.