Coerenza renziana: divide et impera ma continua a dire: “Sono per l’unità del Pd”

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Coerenza renziana: divide et impera ma continua a dire: “Sono per l’unità del Pd”

03 Maggio 2018

Renzi si comporta da Gargamella anche perché gli altri protagonisti del Pd sono proprio dei puffi. Sono per l’unità del partito” così Maria Teresa Meli riporta sul Corriere della Sera del 3 maggio una frase di Matteo Renzi che ci conferma come il maggior protagonista del Pd negli ultimi anni sia una sorta di Gargamella, il mago inventato da Peyo, e arrogante che vuole imporre il suo dominio sui poveri puffi. Naturalmente i Gargamella esistono perché ci sono i puffi, e da Maurizio Martina (puffosissima la sua dichiarazione contro Renzi registrata da Andrea Carugati sulla Stampa del 3 maggio: “Ci ha preso in giro”) in giù nel glorioso partito promosso innanzi tutto da un altro celeberrimo puffo come Walter Veltroni, nanetti (nel loro caso innanzi tutto del pensiero) ce ne sono in quantità illimitata.

Elezioni anticipate, i veti della Camusso fanno solo sbadigliare, quelli di Crozza invece spaventano. Il Paese non si merita il voto in autunno’“. Così Huffington Post Italia dell’1 maggio riporta una frase di Susanna Camusso. Mentre il sito del Fatto, sempre del primo maggio, riporta questa dichiarazione di Maurizio Crozza che “nella consueta copertina di Che Fuori Tempo che Fa di Fabio Fazio su Rai1, prende di mira la richiesta di nuove elezioni avanzata da Luigi Di Maio: ‘Torniamo a votare a giugno, ma per cambiare cosa?’”. Personalmente sono convinto che quando un Parlamento non ha una maggioranza per eleggere un governo stabile, è bene che chieda ai cittadini una seconda indicazione con un nuovo voto (magari tornando a quel Matterallum che sabotato da Pierferdinando Casini e Marco Follini nel 2003 ha dato almeno due maggioranze durate 5 anni nel 1996 e nel 2001, e potrebbe consentire un voto con indirizzo netto ai primi di ottobre). Eventuali compromessi (governi M5S con il Pd, o M5S e centrodestra, o centrodestra e Pd, con voti a favore o con astensioni come in Spagna) avranno poi una ben altra legittimità dopo una seconda tornata elettorale. In questo senso non mi preoccupano le prese di posizione contro il voto anticipato di una gentile signora che ha condotto la Cgil ad un’assoluta marginalità tale che probabilmente neanche un leader demagogico ma almeno coriaceo come Maurizio Landini riuscirà a rimediare. Mi spaventano invece molto le affermazioni di quello che è diventato uno dei principali punti di orientamento dell’opinione pubblica: Crozza. Nel merito le sue considerazioni come spesso gli accade sono paradossali, però se poi incontra un qualche Casaleggio, sulle sue insensatezze magari ci fa ripartire un altro Movimento 5 stalle che impedirà  all’Italia nuovamente una qualunque stabilità politica.

L’unica classe dirigente rimasta in Italia sarebbe quella dei banchieri, secondo Scalfari. In Italia da molti anni le classi dirigenti non esistono più salvo, forse, nel settore bancario” scrive Eugenio Scalfari sulla Repubblica del 29 aprile. Bizzarra tesi per chi pensa (e io sono tra questi) che i banchieri, almeno dopo il 2000, siano superati nella loro inadeguatezza di esponenti della classe dirigente nazionale solo dai direttori ed ex direttori dei principali quotidiani nazionali.

Della sensazione di sicurezza che ci dà la Mogherini quando parla di Iran. Crediamo che la sola pace sostenibile sia legata a un processo politico sotto l’egida dell’Onu”. Le parole (raccolte da Alberto D’Argenio sulla Repubblica del 26 aprile) di Federica Mogherini su un Iran che sparge le sue armate dal Libano, alla Siria, all’Iraq e allo Yemen (e ora anche nel Polisario), mentre apertamente studia missili interbalistici e clandestinamente prosegue nello sforzo di dotarsi di bombe nucleari, sono di grande conforto. E’ bello avere come Alto rappresentante dell’Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza, una personalità politica ancora convinta dell’esistenza di Babbo Natale.