Comincia l’operazione di razionalizzazione: via 24 Enti

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Comincia l’operazione di razionalizzazione: via 24 Enti

25 Agosto 2010

Ora che i primi 24 Enti sono stati cancellati, si può cominciare a parlare di effetti della manovra Tremonti. Quello più immediato è un positivo effetto di razionalizzazione, a cui a medio termine seguiranno risparmi veri e propri.

L’operazione è già cominciata ma per molti enti si aspettano i decreti attuativi attraverso i quali si deciderà come e quando far confluire le vecchie strutture nelle nuove (ministeri, enti di previdenza, camere di commercio). Porterà a risparmi per circa 4 milioni l’anno. Tra gli Enti soppressi figurano Ipsema (assorbito dall’Inail), iPost (confluirà nell’Inps), Ispesl (Inail), Isae (andrà al Ministero dell’Economia e all’Istat), Enam (verrà accorpato all’Inpdap), Eim (assorbito dalla Presidenza del Consiglio) e molti altri minori. Secondo la relazione tecnica allegata al Decreto Legge 78/2010, gli interventi sugli Enti citati garantiranno risparmi rispettivamente per 6636.433 mila euro, 790.427 mila euro, 426.248 mila euro, 135mila, 242.358, 128mila.

In molti (compresi alcuni tra gli stessi Enti) hanno obiettato come alcuni di essi, nell’immediato (date le dimensioni, il bilancio esiguo e il numero basso di dipendenti), non porteranno alcun vantaggio allo stato delle finanze pubbliche, ma bisogna considerare almeno due elementi di carattere generale. Il primo: ogni razionalizzazione frutta nel medio, lungo periodo. Il secondo, conseguente al primo:  l’operazione avviata dal Governo ha come obiettivo generale un riassetto complessivo della galassia degli Enti pubblici, a cominciare da quelli previdenziali,  che porterà risparmi nei prossimi anni, proprio quando gli effetti a lungo termine saranno palpabili anche sul fronte della riduzione del complesso della spesa di funzionamento delle amministrazioni pubbliche, dell’incremento dell’efficienza e di una migliore qualità dei servizi.

Volgendo poi  lo sguardo al passato più recente, dalla cancellazione dei 24 enti si possono trarre delle considerazioni importanti, soprattutto comparando la misura in questione con l’idea (fortunatamente abortita) di creare quel Superinps tanto caro a Romano Prodi.

Il progetto, appena quattro anni fa, puntava a unificare i maggiori istituti previdenziali erogatori di trattamenti pensionistici (Inps, Inpdap e qualche ente minore)  in un unico gigante delle pensioni. L’allora ministro per l’Attuazione del programma Giulio Santagata, convinse Prodi che il maxi-accorpamento sarebbe in grado di garantire d’un colpo un risparmio di due miliardi. Risorse che Prodi avrebbe potuto  usare come merce di scambio nella trattativa con i sindacati, offrendo loro un aumento degli assegni più bassi di anzianità e di vecchiaia in cambio di un via libera alla riforma complessiva del sistema pensionistico.

Se il progetto poteva apparire in astratto razionale, non teneva conto della complessità estrema dell’attuazione. E in effetti abortì. Niente a che vedere quindi con il trasferimento delle competenze fino ad oggi in capo ad alcuni Enti, molti dei quali pseudo-sconosciuti, verso nuovi Istituti.  In futuro potranno seguire altri accorpamenti. La manovra, del resto, è solo un primo passo.