Con l’arrivo d’Hollande nell’intelligence francese siamo ai ‘salti della quaglia’
27 Aprile 2012
Gli esperti di sicurezza del partito socialista francese, dopo quel primo turno delle elezioni presidenziali che vede in testa François Hollande, devono fare i conti con telefoni cellulari intasati dalle chiamate: l’aria che tira consiglia infatti a parecchi operatori del settore di avviare nuovi contatti o stringere rapporti in passato appena accennati. Non mancano, come in ogni parte del mondo in queste situazioni, divertenti "salti della quaglia", con personaggi legati da anni all’ area post-gollista che si scoprono improvvisamente affascinati dalla gauche.
Le previsioni generali, anche nei dintorni degli uffici segreti, dicono infatti che gli eredi del machiavellico Mitterrand- che con gli affari riservati dimostrò sempre ottima dimestichezza, da Vichy in poi-dovrebbero riuscire a scalare l’ Eliseo, a meno che l’ansioso Sarkò non estragga dal cilindro improbabili sorprese dell’ ultim’ ora.
Nel frattempo, con giornate di fuoco attese da qui al fatale sei maggio, due gruppi di lavoro del Psf sul tema Intelligence ( guidati rispettivamente da Jean – Jacques Urvoas e dall’ ex-consigliere di Jospin, Louis Gautier) avranno modo di affinare le idee di rinnovamento su cui stanno riflettendo da molti mesi.
Non spira aria di rivoluzioni imminenti, stando alle prime indiscrezioni, poiché il tempo della sinistra barricadera diffidente verso gli 007 è tramontato da un pezzo; è forte, semmai, la voglia di cambiare vertici ritenuti oltremodo fedeli al potere politico in carica.
Spionaggio estero e domestico, con l’ eventuale avvento di Hollande e compagni potrebbero dunque mantenere le attuali competenze e divisioni di ruoli, mentre una bozza che prevedeva la creazione di un segretariato di stato incaricato di sovrintendere alle spie sarebbe stata accantonata in fretta per ragioni d’ opportunità.
Infine, l’unica novità di rilievo filtrata è la proposta di affidare il controllo delle operazioni top secret ad un organo parlamentare dotato altresì di potestà inquirente, pur con vistose limitazioni per mantenere salda la copertura delle fonti.
La battaglia vera, quella che le menti migliori dell’ agone transalpino combatteranno senza esclusioni di colpi, riguarderà la sistemazione di agenti affidabili nelle posizioni chiave: gli angeli custodi del futuro presidente della Repubblica giocheranno un ruolo importante per la sua sopravvivenza a scandali, inchieste, imboscate. La storia recente, da Karachi alla New York di Strauss-Khan, insegna che la vigilanza non è mai troppa.