Con l’intesa italo-francese la strada per il nucleare italiano non è più in salita

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Con l’intesa italo-francese la strada per il nucleare italiano non è più in salita

26 Febbraio 2009

 

Durante il summit Italo-Francese martedi 24 febbraio, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e il presidente francese Nicolas Sarkozy hanno firmato un protocollo di accordo sulla cooperazione nel settore del nucleare. Per la Francia l’accordo e’ una conferma e un ulteriore passo in una strategia ormai consolidata: l’energia nucleare gia’ produce piu’ del 70 per cento dell’ elettricita’ nel paese d’oltralpe.

Per l’Italia e’ un passo nuovo, annunciato gia’ negli ultimi mesi, ma decisamente ‘rivoluzionario’ nel contesto energetico. Per il premier Berlusconi , ”il futuro dell’Europa è nelle energie rinnovabili e nel nucleare”. Ma non solo, il futuro e’ anche in una stretta collaborazione con il paese francese. L’incontro tra Italia e Francia ha infatti gettato le basi per "una politica nucleare europea condivisa tra i due Paesi in una prospettiva paritetica e di lungo periodo”.

Nel quadro del protocollo di intesa italo-francese per la cooperazione energetica Fulvio Conti, amministratore delegato e direttore generale di Enel, e Pierre Gadonneix, presidente e direttore generale di Edf, hanno inoltre firmato un primo Memorandum of Understanding (MoU) che pone le premesse per un programma di sviluppo congiunto del nucleare in Italia da parte delle due aziende (come gia’ previsto nel nostro articolo del 6 Febbraio).

Come gia’ annunciato dal premier, l’Italia (in particolare Enel), entrera’ nel capitale francese e poi affrontera’ la realizzazione di centrali nucleari italiane. Quindi prima Enel partecipera’ nella costruzione della prossima centrale in Francia, e poi, quando sarà completato l’iter legislativo e tecnico in corso per il ritorno del nucleare nella Penisola, Enel ed Edf si impegnano a sviluppare, costruire e far entrare in esercizio almeno 4 unità di generazione, avendo come riferimento la tecnologia EPR (European Pressurized water Reactor). L’obiettivo è di rendere la prima unità italiana operativa sul piano commerciale non oltre il 2020. L’accordo quindi conferma la strategia annunciato in piu’ occasioni dal governo Berlusconi, ma inietta una dose di realismo nei piani e nei tempi previsti. Enel e Ansaldo, che entrera’ in collaborazione con Areva nella costruzione e nella progettazione dei reattori nucleari Epr, dovranno prima acquisire esperienza attraverso la costruzione delle prime centrali in Francia e poi si potra’ passere allo sviluppo in Italia. Difficile quindi vedere le prime ‘pietre’ delle centrali italiane gettate prima del 2013 o 2014 con operazione probabile in non prima del 2019-2020. Tempi lunghi chiaramente, e forse piu’ lenti di quanti ci si potesse aspettare basandosi su alcune dichiarazioni negli ultimi mesi, ma sicuramente necessari.

In teoria, il consorzio e’ aperto ad altre utilities, come Eon, A2A ed altre, ma e’ probabile che EDF ed Enel rimarrano i principali attori per le prime centrali. Una volta che i primi passi saranno intrapresi, e’ facile vedere come altri consorzi coinvolgendo altre utilities, si faranno avanti, con tempi di costruzione ed operazione previsti per oltre il 2020

Non si puo’ quindi sottovalutare il significato dell’accordo di martedi’. Non solo conferma l’ambizioso programma energetico annunciato dal governo italiano, ma lo rende irreversibile. Inoltre getta le fondazioni per una stretta collaborazione industriale con la Francia in un settore strategico come quello dell’energia, e per la creazione di un asse energetico transalpino fra le due grandi imprese, Enel ed EDF, con l’obiettivo di diventare leader nel settore in Europa.