Conti e Manovra: il “vaffa” di Prodi all’Ue

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Conti e Manovra: il “vaffa” di Prodi all’Ue

Conti e Manovra: il “vaffa” di Prodi all’Ue

09 Ottobre 2007

L’Italia ha il debito pubblico più alto di tutta l’Europa e quindi deve rispettare quanto concordato nell’Eurogruppo di Berlino dello scorso aprile. Un vero richiamo all’ordine, quello del commissario Ue agli Affari economici e monetari Joaquin Almunia, che ieri aveva bollato la Finanziaria 2008 come “poco ambiziosa”. E l’obiettivo di medio termine per la riduzione del deficit? E’ stato mantenuto al 2011 e quindi “oltre le raccomandazioni della Commissione” che indicava invece la data al 2010. Ma Padoa-Schioppa ha tagliato corto: “Questo (l’anticipo del pareggio al 2010, ndr) è quello che viene detto a tutti i Paesi, ma non all’Italia nello specifico”.

Il primo a rispedire le accuse al mittente è stato quindi il ministro dell’Economia. Poi, a dargli man forte è arrivata la replica del presidente del consiglio Romano Prtodi, che da Bruxelles (dove oggi incontrerà il presidente della Commissione Ue, Manuel  Barroso) ha tagliato corto: “Si può anche chiudere il problema del debito pubblico in un anno ma così si chiude il Paese” per spiegare poi tutta la sua fermezza nel proseguire con “le linee di sviluppo ed equità scelte dal Governo”. E ancora: “Seguo le regole Ue scrupolosamente ma non faccio di più se penso che questo ponga un freno allo sviluppo dell’Italia. Non mando a picco il Paese”. Ebbene, dove siano finiti quei Romano Prodi e Padoa Schioppa europeisti e pronti, nella passata legislatura, a sparare a zero sul Governo Berlusconi in nome dell’autorità (e conseguente fondatezza) dei richiami dell’Ue non è dato saperlo.

Fatto sta che entrando alla riunione dell’Ecofin in corso a Lussemburgo, Almunia (che fu Commisario all’Economia anche quando Prodi guidò la Commissione europea) ha spiegato che la richiesta di maggiore disciplina nei conti pubblici “è la posizione adottata dall’Eurogruppo per tutti i membri dell’area euro. Queste sono le regole del patto – ha tuonato – siamo in una fase economica favorevole e dobbiamo usare le entrate aggiuntive per un ulteriore consolidamento di bilancio, un principio questo che si applica anche nel caso dell’Italia che ha il livello debito pubblico più elevato nell’Ue”. Ma che Prodi & C. non riescano a cavalcare la tigre del buon andamento dei conti pubblici – frutto di una positiva congiuntura economica, la migliore degli ultimi anni – ormai è appurato. E a nulla sembrano valere i continui richiami che arrivano da oltreconfine (Ue e Fmi, solo per citarne due).

Incalzato dalle domande dei giornalisti, il ministro dell’economia Tommaso Padoa Schioppa ha alzato le barricate: “Non c’è alcuna mancanza di rispetto degli impegni presi con l’Eurogruppo a Berlino lo scorso aprile o nel programma di stabilità che il governo italiano ha sottoscritto perché nel 2007 abbiamo fatto meglio del previsto sul fronte del deficit e nel 2008 possiamo fare anche un po’ di meno”. E ancora: “A Berlino avevo detto delle difficoltà a raggiungere il pareggio entro il 2010”, ha precisato il ministro, sottolineando che Almunia, non ha mai esplicitamente richiesto l’azzeramento del rapporto deficit-Pil italiano entro quella data.

Padoa Schioppa ha  tuttavia definito la posizione di Almunia “condivisibile” poiché “l’Italia ha mantenuto tutti gli impegni ma ha fatto meno di quanto la versione più impegnativa del braccio preventivo del patto di stabilità prevede. Questo lo so – ha proseguito il ministro – non è una novità. Ora l’obiettivo è proseguire il percorso in Parlamento mantenendo l’impostazione che abbiamo dato”.

Ieri sera, al termine della riunione dell’Eurogruppo, Almunia aveva definito la finanziaria illustrata da Tps ai colleghi europei “non ambiziosa” rispetto a quanto concordato nell’aprile scorso. L’ennesima bocciatura che arrivava proprio in concomitanza di una giornata frenetica che registrava un’altra critica, stavolta tutta italiana: quella di Cgil, Cisl e Uil, che denunciavano la totale mancanza di tagli fiscali nella busta paga dei lavoratori.

Proprio sulla manovra di bilancio, il commissario Ue ha ricordato come il deficit 2007 sarebbe l’1% più basso se tutte le entrate fiscali aggiuntive fossero state utilizzate per il risanamento: “Se l’extragettito non fosse stato usato per aumentare la spesa quest’anno il deficit sarebbe potuto essere più basso di un punto percentuale”, ha detto.

Le reazioni non si sono fatte attendere: l’Italia è in linea con il Patto di stabilità e quindi la procedura d’infrazione deve essere definitivamente chiusa, hanno tuonato dalle fila del centrosinistra. Con Paolo Ferrero (Prc) che ha definito il giudizio dell’Ue “un’opinione di estrema destra, proposta sotto la formula neutrale dell’economia”. Quando si afferma che il tesoretto è stato usato male, dice il ministro della Solidarietà Sociale, “vuol dire che è stato utilizzato per i servizi sociali, per restituire in parte agli strati più deboli della popolazione. È sbagliato dire che è stato usato male: è stato usato bene, perché loro non considerano mai il grado di sofferenza della società, verificano solo di quanto riduciamo il debito e basta». Quello dell’Ue quindi, ribadisce il ministro, “è proprio un giudizio completamente: dovrebbero dire che è stato usato per alleviare le sofferenze sociali invece che per abbattere il deficit più rapidamente. Ma l’abbattimento del deficit – ha concluso – è incompatibile con la vita di milioni di persone”.

Proprio sul deficit, Almunia ha sottolineato come nel 2008 la correzione sarà dello 0,2%, contro lo 0,5 l’anno che era stato pattuito (dato che porterebbe l’Italia a raggiungere il pareggio di bilancio nel 2011). Nel dettaglio, il commissario Ue ha definito l’aggiustamento non sufficientemente  ambizioso rispetto a quanto concordato nell’Eurogruppo di Berlino ad aprile”. “Certo – ha ammesso Padoa Schioppa – l’Italia per il 2008 farà un aggiustamento del deficit dello 0,2%, meno dello 0,5% previsto nella versione più impegnativa del braccio preventivo del patto Ue. Ma l’impegno complessivo dell’Italia – ricorda – era una correzione del 2,1% in tre anni, di cui l’1,6% nel biennio 2006-2007 e lo 0,5% nel 2008”. Il ragionamento del ministro è semplice: siccome nel biennio precedente si è fatto di più allora nel 2008 si può anche fare di meno. Un modo alternativo per dire “vaffa” all’Ue.