Cosa fa il governo per la famiglia? Toglie il bonus bebè dalla manovra

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Cosa fa il governo per la famiglia? Toglie il bonus bebè dalla manovra

02 Novembre 2017

L’assegno di natalità, ovvero il cosiddetto “bonus bebè”, era davvero una delle poche, anzi pochissime cose buone tenute in vita durante il Governo Renzi. E adesso che non c’è più nemmeno quella, nella manovra economica, non resta altro che la solita, lunga serie di mancette elettorali, iniziative spendi-e-spandi prive di alcuna utilità per i cittadini e, quel che più dispiace, per le famiglie. Concretamente, che cosa hanno fatto per le famiglie italiane Renzi e, dopo di lui, il premier Paolo Gentiloni? Niente, purtroppo. Anzi, sì, qualcosa l’hanno fatta: hanno cercato di distruggerle.

L’abolizione del bonus bebè surrettiziamente infilata nella legge di stabilità è solo una delle tante manifestazioni dell’indifferenza, quando non dell’ostilità, di questo governo, in assoluta continuità con quello che l’ha preceduto, nei confronti della famiglia formata da un uomo e una donna e fondata, come dice la Costituzione, sul matrimonio. 

Perché va ricordato che il sabotaggio della famiglia inflitto dalla sinistra in questi anni non è solo economico. Dal punto di vista antropologico, lo scenario che si apre inanellando uno dopo l’altro tutti i provvedimenti è devastante. Si va dalla legge sul divorzio breve che ha declassato il matrimonio a patto di convivenza a quella, tanto discussa, sulle unioni civili (votata a colpi di maggioranza da Renzi e dal suo alleato Alfano). In molti ricorderanno quanto, proprio durante i lavori sulla Cirinna’, Maria Elena Boschi si sia adoperata per l’introduzione della “stepchild adoption”, l’adozione per le coppie gay, delegata, alla fine, alla magistratura (e qualcuno ancora la spaccia come una vittoria!). Puramente ideologico è stato persino il violentissimo attacco di Renzi al “Fertility day”, la campagna sulla tutela della fertilità organizzata dal ministro Lorenzin. Al di là delle polemiche sulla creatività, l’allora premier ha colto l’occasione per dire, con la sua consueta supponenza, che se si vuole una società che torni a fare figli “devi affrontare i temi strutturali: asili nido e servizi”. 

Servizi? Sì, quali ha finanziato fino ad oggi il Governo? Il “bonus cultura” per i 18enni appena stabilizzato da Gentiloni, non va di certo in questa direzione. È una visione particolarmente ottusa, tipica della sinistra, quella che non guarda con serietà e preoccupazione al problema della denatalità, e che crede di risolvere il problema dell’equilibrio dei conti dell’Inps innalzando oltremodo il limite dell’età pensionabile o grazie a massicce quantità di migranti. Lo capiranno, prima o poi, che così non c’è futuro per nessuno, che il Paese annega e non si salvano neppure quelle che loro chiamano “famiglie liquide”?