
Cosa insegna la Storia a l’Occidente, un anno dopo l’invasione russa dell’Ucraina

23 Febbraio 2023
I fatti della storia recente non ci dicono niente di buono rispetto ai prossimi mesi che aspettano l’Occidente, i suoi valori, il suo stile di vita. Riguardo la democrazia e la libertà dei popoli e delle nazioni. Se il disegno della grande madre russa è chiaro, lineare, per quanto terrificante non è così per l’Occidente. In primo luogo Stati Uniti e comunità europea. Ad un anno dall’inizio della guerra, ad un primo superficiale sguardo, il conflitto sembrerebbe in una fase di stallo. Ma è davvero così?
Le truppe d’invasione russe sembrerebbero non riuscire più ad avanzare nei territori dell’Ucraina. Da parte sua Kiev non è più riuscita a riconquistare le parti del territorio finite sotto il controllo delle truppe di Putin nell’ultimo anno. Per capire, tentare di analizzare cosa sta accadendo e praticamente cosa può accadere forse è bene rivolgersi agli insegnamenti della storia recente. Nel suo ultimo intervento il dittatore Putin all’assemblea del Cremlino ha parlato per circa un’ora e mezza nella grande sala. Con una scenografia da moderno zar. E’ sembrato un discorso retorico, un rivolgersi sostanzialmente alla nazione. Retorica.
Della serie niente di nuovo sotto il sole. Ma è stato davvero così? Mentre le diplomazie occidentali cercano di capire, si affannano a confrontarsi, a trovare una linea comune di risposta all’aggressione russa, Putin semplicemente dice: “Stiamo andando avanti. I nostri obiettivi saranno raggiunti”. Per l’Occidente si tratta di territori, Crimea, Donbass, ma non è così. L’Occidente non riesce a capire che la guerra dei russi è in primo luogo non una guerra di territori ma di annientamento dell’idea stessa di Ucraina. La sua cultura, la sua storia. La sua lingua. La pulizia etnica è parte integrante della cultura dei popoli slavi.
Vedi se pure in misura minore la Guerra nei Balcani, scatenata da parte della Serbia nei confronti di kosovari e mussulmani bosniaci. Putin non fa una guerra per conquistare territori ma per annientare un popolo. Le città conquistate dai russi non sono state annesse, sono state distrutte, non esistono più. Solo macerie. L’annientamento di un popolo. Gli Ucraini al contrario dei leader occidentali l’hanno capito. E’ resistono semplicemente perché non hanno scelta. Oggi ad un anno dall’inizio dell’invasione parlare di diplomazia, sedersi intorno ad un tavolo è sostanzialmente impossibile.
La storia moderna ci dice che i dittatori non si sono mai seduti intorno ad un tavolo per trattare. Se l’hanno fatto è solo per prendere tempo. Per raggirare il nemico. Stracciare gli accordi appena fatti. I dittatori sono tali per questo. La diplomazia come la intendono non è la stessa delle potenze, delle nazioni democratiche. Il dittatore nazista non rispettava gli accordi. Carta straccia. Il dittatore russo nel 2023 fa lo stesso. Mente sapendo di mentire. Per i dittatori non è un problema: non hanno un parlamento, una opinione pubblica a cui rendere conto. Men che meno una libera stampa pilastro dei paesi liberi.
Putin si è richiamato nel suo ultimo discorso ai valori della grande madre Russia. Dio, patria, famiglia. Anche qui il confronto con l’Occidente è tutto a favore di Mosca. I dittatori degli due ultimi secoli hanno una cultura molto limitata della storia. Ma questo per loro rappresenta un elemento di forza incredibile . Il potere non è esercitato da inutili parlamenti ma da un uomo solo al comando La rappresentazione totalmente opposta è quella della patria della democrazia moderna. Vale a dire il Regno Unito.
Winston Churchill nel suo famoso discorso, “Non ci arrenderemo mai…”, si presenta al parlamento inglese. Putin invece comunica quello che ha deciso e continuerà a fare. E lo fa accusando, narrando quanto l’Occidente è debole, corrotto, immorale. La debolezza della democrazia. La forza di un nuovo ordine mondiale. Dove la grande madre Russia decide che cosa gli altri popoli dovranno fare. Soggiogati, annientati per garantire lo spazio vitale a Mosca.
Guarda caso è la stessa cosa che affermava tornando indietro nella storia, neanche poi tanto, lo stesso Hitler. Il tutto alla luce del sole. Senza sotterfugi. I dittatori hanno questo in comune, dicono quello che hanno deciso di fare. Tanto c’è la certezza che il debole Occidente non sarà in grado di reagire. Le immagini della vergognosa ritirata da Kabul degli Usa sono lì ben impresse.. I valori occidentali quali sono oggi?
Da che cosa sono rappresentati? I serbi prima di massacrare migliaia di persone di etnie diverse nell’ex Jugoslavia facevano il segno della tre dita. Dio, patria e famiglia. Per l’appunto. Allora la Nato intervenne, compresi i raid aerei. Eppure Il Kosovo e la Bosnia non facevano parte della Nato. Forse questo è un aspetto che va considerato. Putin ha sempre fatto quello che aveva annunciato. Invasione della Georgia, della Crimea, della Cecenia. Mentre alcune nazioni occidentali facevamo affari per assicurarsi le materie prime della Russia. Gas e Petrolio in primo luogo.
Ma c’è un altro aspetto nel confronto tra le libere nazioni occidentali e la Russia da considerare. Vale a dire quello dell’opinione pubblica. Che la storia recente ci dice che può essere decisivo. Gli americani persero nella Guerra del Vietnam non perchè non fossero decisi e forti a livello militare ma per la contrarietà dell’opinione pubblica che non ne voleva sapere di quella lontana guerra. In Russia oggi l’opinione pubblica non esiste.
Dietro al proprio capo c’è una popolazione di 150 milioni circa di abitanti di quell’immenso paese che non hanno altra informazione se non quella che gli fornisce quel regime. In più c’è la paura rappresentata dell’aspetto repressivo. Dalle non libertà dell’impero zarista al periodo del terrore del comunismo di Stalin non avendo mai conosciuto il periodo storico dell’illuminismo. I russi non possono e non sanno fare altrimenti che credere nella propaganda del dittatore di turno e andare morire a centinaia di miglia sui fronti di guerra come è sempre accaduto nella loro storia recente.
Con una precisazione. Gli storici hanno sempre affermato che chi controlla le grandi città, Mosca in testa, controlla quell’immenso paese. La popolazione di quelle immense distese di terra è sempre abitata da una popolazione più arretrata rispetto alle grandi città. E infatti a combattere e morire in Ucraina, Putin e i suoi generali mandano i giovani abitanti delle zone più arretrate. E per loro il bottino di guerra è rappresentato da elettrodomestici, lavatrici, televisori e vergognosamente dalla violenza sulle donne.
Dalla Seconda Guerra mondiale, ci dicono testimoni oculari, non è cambiato poi molto. Venendo ai Paesi occidentali, le statistiche ci dicono che all’opposto l’opinione pubblica è decisamente contraria a sostenere la guerra in Ucraina. Vale a dire i governi europei non possono tirare troppo la corda. L’opinione pubblica non ne vuole sapere di sacrifici rispetto ad una guerra fin troppo vicina. Con il distinguo rispetto ai paesi più orientali in Europa. La ragione è semplice. Polonia, Ungheria, e così via, la mentalità russa la conoscono molto bene. E’ ancora vivo il ricordo degli anni terribili della dittatura comunista.
Non si spiega altrimenti la decisione di una nazione come quella polacca che si sta armando pesantemente. E di due paesi, Finlandia e Svezia, storicamente neutrali che hanno chiesto di far parte della NATO. Quello che oggi l’Occidente non capisce o non vuole capire è che le minacce di un dittatore come Putin anticipano quello che farà nel prossimo futuro a breve termine. La storia recente ci può aiutare a capire e interpretare le decisioni da prendere nel futuro in questo giro di boa rappresentato da ben un anno dall’invasione russa in Ucraina.