Così Berlusconi ha fatto fare marcia indietro ad Air France
25 Marzo 2008
Se l’annuncio di una possibile cordata in soccorso di
Alitalia fosse partito da un imprenditore “X” piuttosto che da Silvio
Berlusconi, di certo non ci sarebbe stato tanto vociare.
Piuttosto, si sarebbe gridato al fiero
coraggio italico che pur di non svendere la compagnia di bandiera ad Air France-Klm – perché
di questo si trattava, visto l’umiliante concambio finale proposto dai
francesi: un’azione Air France ogni 160 Alitalia, contro le 70 previste
inizialmente – aveva cercato di salvare uno degli asset principali del Paese.
Invece ai danni di
Berlusconi sono partite solo raffiche di mitra. Eppure, le parole del leader
del PdL hanno avuto più d’un effetto, ma uno in particolare: far tornare sui
loro passi i francesi, ormai certi di avere il coltello dalla parte del manico.
All’accordo italo-franco-olandese sponsorizzato da Prodi in prima persona mancava il beneplacito dei sindacati, certo, ma la determinazione e fermezza ostentate fino a pochi giorni fa dall’amministratore
delegato Jean Cyril Spinetta sicuramente
non lasciavano spazio a eventuali possibilità di ripensamento. Anzi, suonavano
come un “prendere o lasciare”. Invece, schiacciati dall’altolà del probabile
nuovo presidente del Consiglio i francesi hanno dovuto fare dietrofront,
annunciando per venerdì un documento su cui impostare la nuova trattativa con i
sindacati.
Che le intenzioni di Berlusconi che possano sfociare
in un piano concreto da proporre in alternativa ad Air France, ancora non si sa. Certo è il colpo di teatro
dell’ex presidente del consiglio ha sparigliato le carte e
provocato una bufera all’interno del governo, con il Presidente del
Consiglio Prodi che all’improvviso s’è reso conto del potere ricattatore dei
sindacati (rei, secondo lui, di aver fatto allontanare i tedeschi di Lufthansa)
e i ministri interessati (Tommaso Padoa
Schioppa e Alessandro Bianchi) in rotta di collisione sui tempi del fallimento
di Alitalia. Per non parlare dell’imbarazzo creato dalle parti del Pd: digerito
il fatto che la vera svolta alla campagna elettorale l’ha impressa il
Cavaliere proprio con quella sortita su Alitalia, a Walter Veltroni ora non rimane che
studiare possibili contromosse (da una settimana i sondaggi segnano una fase di
stagnazione). Cercando di trovare il modo migliore per restare/tornare a galla.
Se fino a una settimana
fa si era fatto finta di tenere Alitalia fuori dalla campagna elettorale, improvvisamente l’ex
premier ha travolto l’agenda politica costringendo gli altri, Veltroni e Casini
in primis, a seguirlo. E così, travolto dallo tsunami berlusconiano che ha
riportato alla ribalta della cronaca un tema ormai relegato nelle pagine specializzate
dei giornali, l’ad di Air France Spinetta ha ammorbidito la linea. Nel dettaglio, ha
offerto la possibilità, per 180 piloti, di passare direttamente nel gruppo
franco-olandese riducendo così il numero degli esuberi previsto e in
particolare per l’impatto della cancellazione dei voli cargo (la proposta della
compagnia francese prevede il trasferimento di 60 piloti l’anno nel triennio
2008-2010). Sui tempi però, nonostante la disponibilità d’Oltralpe a portare avanti
il confronto anche oltre il termine, il Tesoro ha fissato la scadenza al 31
marzo. Una scadenza, ha ricordato il numero uno di Air France, chiesta da
Alitalia per i tempi stretti imposti dalle difficoltà finanziarie della
compagnia.
Spinetta ha aggiunto che venerdì presenterà un nuovo
documento su cui impostare la nuova trattativa con i sindacati. Tra le modifiche al piano è prevista la reintroduzione di tutto il settore di handling di
Fiumicino e confermando di voler includere tutta la manutenzione leggera che viene realizzata nello scalo romano. Il documento prevede che per Az Fly
ci siano tre accordi
separati uno per categoria, piloti, assistenti di volo e lavoratori di
terra. Intese separate sono previste anche per quanto riguarda Az
Servizi,
una nella divisione handling e una in quella della manutenzione.
Con una sola mossa Berlusconi ha contribuito
ad ammorbidire la linea dei francesi e provocato una tormenta nei cieli di
Alitalia; ha ricordato agli italiani che il premier è ancora Prodi (nonostante
i tentativi veltroniani di affossamento nei confronti del Professore di Bologna),
accusandolo di volere svendere Alitalia ai francesi; ha messo all’angolo
Veltroni e Casini; ha riconquistato posto in tutti i quotidiani sbattendo in
prima pagina perfino i nomi dei suoi figli; ha costretto Bertinotti a dargli ragione.
E mostrando piglio decisionale avrà certamente conquistato nuovi voti tra i
dubbiosi. Un vero colpo da maestro.