Così Visco ha sbattuto i redditi degli italiani nella Rete

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Così Visco ha sbattuto i redditi degli italiani nella Rete

Così Visco ha sbattuto i redditi degli italiani nella Rete

01 Maggio 2008

Quando, poche settimane fa, si venne a
sapere che l’Amministrazione Finanziaria italiana era entrata in possesso degli
estremi di 300 correntisti italiani in Liechtenstein, fu il caos.

Visco nelle prime ore commentò che
l’elenco era molto interessante per lo spaccato che offriva, i politici – alla
vigilia delle elezioni – tremarono, i giornali si spaccarono tra chi propendeva
per il massimo riserbo sui nomi dei trecento “esuli” e chi, invece, voleva
vederli pubblicati.

Sappiamo tutti come andarono le cose: le
liste finirono come al solito su tutti i giornali e 300 tizi furono
letteralmente sezionati dai mezzi di informazione e dall’opinione pubblica.

Chi scrive fu pesantemente contrariato
dall’intera vicenda, per tutta una serie di ragioni.

Tanto per cominciare, perché crede che in
uno stato di diritto che abbia la pretesa di chiamarsi tale, 300 persone siano
state pubblicamente bollate come evasori prima ancora che fosse stata emessa
una sentenza, o anche solo notificata un’indagine sul loro conto.

Poi, perché l’Amministrazione Finanziaria
non ha trattato con la dovuta discrezione l’intera vicenda,
spettacolarizzandola e alimentando in periodo pre-elettorale una serie di pericolose
illazioni.

Figuratevi cosa abbiamo pensato
nell’apprendere che l’Agenzia delle Entrate ha appena pubblicato nelle pieghe
del proprio sito istituzionale le dichiarazioni dei redditi di tutti i
contribuenti italiani (persone fisiche, società, ecc ecc) per il periodo
d’imposta 2005.

Troviamo che sia un’autentica vergogna.

Vergogna per cosa è stato fatto: la
pretesa della trasparenza assoluta viaggia in coppia con il delirio del
controllo assoluto, come insegna l’esperienza di tutte le peggiori dittature
totalitarie.

E vergogna per come è stata gestita
l’intera vicenda: senza preavviso né alcun dibattito pubblico, mettendo tutti
di fronte al fatto compiuto. Di nascosto, nei meandri di un sito internet
istituzionale.

E, soprattutto, dopo le elezioni. E
questo, oltre a non essere un gesto di cavalleria per il governo entrante – i ministri
giurano la prossima settimana, siamo realmente alle battute finali della
gestione Visco – innesca una spirale di brutti pensieri.

Visco dice di aver disposto il blitz dopo
le elezioni allo scopo di evitare effetti distorsivi sul voto.

Se davvero è così, perché sul CD non si è
comportato alla stessa maniera con i conti correnti del Liechtenstein?

Queste colonne non riescono a liberarsi
di un sospetto.

Che cioè il Liechtenstein servisse –
agitando lo spettro del riccastro evasore che porta i soldi all’estero – a
portare voti al PD, e dunque avanti tutta. Mentre il colpo di mano sui modelli
Unico in termini di voti sarebbe, all’opposto, costato carissimo. Morale della
favola: tutto traslato al periodo post-elettorale.

Due pesi e due misure, dunque, come
sempre. Non ce ne ricorderemo con grande affetto.