Covid in Cina, le immagini incredibili che fanno riflettere

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Covid in Cina, le immagini incredibili che fanno riflettere

Covid in Cina, le immagini incredibili che fanno riflettere

Quanto vale la vita di un cinese nella repubblica popolare oggi all’inizio dell’anno 2023? La domanda rimane lì sospesa davanti alle immagini riprese da satelliti che mostrano l’entrata di cimiteri, forni crematori di grandi città come Nanchino e Pechino. Una folla di parenti in attesa come non si era mai vista. Il segno evidente che i decessi, i morti per Covid in Cina sono cresciuti in maniera esponenziale. Incontrollata. Il tutto al di là delle dichiarazioni della autorità.

La pandemia a distanza di tre anni dalla sua insorgenza continua a mietere vittime. Le immagini satellitari giunte anche in Occidente non lasciano dubbi in proposito. Il quotidiano americano Washington Post pubblica appena due giorni fa le foto, le immagini, in questione. Prima le immagini di mesi passati e quelle delle fine del mese di dicembre del nostro 2022. Le prime indicano un normale afflusso, per così dire, di visitatori, parenti davanti ai cancelli dei cimiteri dove sono situati dei forni crematori e, poi, quelle della fine del mese di dicembre. Qui i visitatori sono diventati una folla incredibile.

Addirittura si può vedere che per far fronte all’afflusso sono stati costruiti nuovi parcheggi di migliaia di posti macchina. La notizia, la risposta è data dalle immagini. Le vittime di Covid sono decisamente aumentate in Cina, in maniera esponenziale. Al di là delle dichiarazioni tranquillizzanti delle autorità di Pechino. Quanti sono ancora oggi i morti per il Covid in Cina? La ferrea censura di quel Paese non fornisce dati. Non dà nessuna risposta alle preoccupazioni dei Paesi occidentali. Solo propaganda. Comunicazioni ufficiali. L’informazione non appartiene a quel Paese.

Prima durissimi lockdown. Poi la dura repressione. I vaccini cinesi che non hanno funzionato. Il tutto sulla pelle, sull’esistenza di ogni singola persona. Già, quanto vale la vita di ogni singolo individuo. Dalla Cina alla Russia la domanda rimane la stessa. Quanti giovani obbligati a combattere nella sporca guerra d’invasione voluta Da Putin sono morti in Ucraina o stanno perdendo la vita nel gelo nel freddo inverno di quei boschi. Già, quanto vale la vita di un giovane russo?

La storia insegna, viene in soccorso, dà la dimensione di quello che sta accadendo ai nostri giorni. Le follie economiche del dittatore Mao Tze Tung portarono negli anni Cinquanta ad una delle piu grandi carestie in Cina. Milioni, decine di milioni di morti. Quanti contadini e le loro famiglie persero la via? Nessuno lo saprà mai. Eppure per noi in Occidente erano essere umani. Per il cosiddetto ‘timoniere’, chissà… L’altro dittatore comunista, Stalin, durante la Seconda guerra mondiale perse qualcosa in termini militari pari circa 10 milioni di soldati.

Si narra che durante l’avanzata degli alleati in Germania durante la guerra mondiale il generale Usa Eisenhower si incontrò con il suo omologo generale di Mosca Zukov. Il leader americano chiese al leader russo come i russi avevano affrontato il problema dei campi minati dai nazisti che ostacolavano l’avanzata dei soldati americani. Il generale russo mostrò una faccia sbalordita alla domanda, prima di rispondere che per i sovietici il problema non si poneva. Loro mandavano semplicemente a morire, saltare in aria i loro soldati.

Sono passati oltre settanta anni dalla fine della Seconda guerra mondiale ma, a quanto pare, il problema per gli attuali dittatori russi non si pone, ieri come oggi. Già, quanto vale la vita umana? Dalle dittature comuniste o post comuniste alle dittature che usano la religione per opprimere, uccidere. A Teheran nell’attuale Iran che per qualcuno forse sarebbe meglio chiamare Persia, si susseguono le condanne a morte. La barbarie afferma la sua volontà.

Lì, la vita umana, di uomini e donne, viene calpestata in continuazione. Nelle strade. Nelle carceri. Con esecuzioni capitali. Le donne in prima linea. Le donne le prime a pagare. L’ossessione dei cosiddetti capi religiosi si esprime nelle follie contro gli abiti delle donne. Donne, vita, libertà, esprime un concetto di rispetto della dignità umana per loro sconosciuto. Nella storia le dittature non conoscono il valore della vita, del rispetto della libertà del singolo.

La storia della Cina e della Russia non hanno rappresentato tutto ciò. Semplicemente non l’hanno vissuto. Sono rimasti fermi al loro passato. Una specie di stagno immobile. Ma la storia indipendentemente dalla volontà dei singoli dittatori va avanti. Oggi con i mezzi di comunicazioni di massa le informazioni arrivano dappertutto. Difficile, se non impossibile, fermare le immagini provenienti dalla Cina.

Immagini satellitari che parlano chiaramente del fallimento della politica anti covid in Cina. E, ancora l’avanzata russa bloccata dalla voglia di libertà, di resistere del popolo Ucraino. Già, quanto vale la vita umana? E’ significativo ricordare che a morire di Covid o in guerra difficilmente sono o vanno gli oligarchi russi e i membri del partito comunista cinese. Questo vale anche per i privilegi che hanno nella loro vita i leader religiosi iraniani.

Poi che siano esponenti del partito, oligarchi o religiosi poco cambia. Nelle dittature le vite di chi opprime, pretende di comandare, decidono, hanno un altro valore rispetto al singolo, alla popolazione. E’ bene ricordarlo. Non dimenticarlo. La storia per noi in Occidente ne ha fatta di strada. Le domande, gli insegnamenti sono lì a ricordarcelo. Ma , questo non vuol dire essere deboli, esitanti, impauriti.

Un soldato o un generale che combatte per la libertà è sicuramente più motivato rispetto a chi viene per opprimere, togliere spazi di democrazia. Le democrazie occidentali nella storia recente non hanno mai perso una guerra contro le dittature. E’ bene che qualche personaggio odierno lo ricordi prima di andare nei vari salottini televisivi a sentenziare, proclamare strani discorsi per avere un po’ di visibilità e vendere qualche libro in più.

Questo vale anche per conduttori e giornalisti. Riflettere prima di avvelenare pozzi. Sì, perché l’acqua il più delle volte è simbolo di libertà, limpidezza. Già, quanto vale la vita umana? E’ una domanda semplice da porre ma estremamente importante, fondamentale. La risposta da dare può spiegare tante cose. Pone un limite invalicabile. La storia. Il giornalismo come prima pagina della storia può aiutare in tal senso.

Un grande inviato della Corriera della Sera, Maurizio Chierici, scrisse negli anni Ottanta un libro dal titolo “Per fortuna sono bianco”. Questo non per dire bianco in senso razzista del termine ma perché era nato, vissuto, aveva lavorato, fatto informazione in un Paese occidentale dove la vita umana ha un valore. Un principio base per la nostra vita, ieri come oggi.