Cresciamo meno di tutti, il debito pubblico sale e Renzi scende (nei sondaggi)
16 Febbraio 2018
di Carlo Mascio
Ebbene sì: il debito pubblico continua a salire. I dati forniti da Bankitalia sono inequivocabili: a fine 2017 il debito pubblico italiano ammontava a 2.256,1 miliardi di euro. Confrontando i dati precedenti, questo significa che negli ultimi tre anni è aumentato di ben 119 miliardi. E la cosa non è passata inosservata dalle parti di Bruxelles che nell’ultimo rapporto sulla sostenibilità dei debiti pubblici degli Stati Ue aveva già avuto modo di sottolineare come il debito italiano resta esposto a “rischi sfavorevoli”.
Ma non è tutto. Da un’analisi sulla Nota di aggiornamento al Def 2017 condotta dall’ex commissario alla spending review Carlo Cottarelli – non proprio uno qualunque, dunque-, è emerso che nei prossimi tre anni il debito pubblico dovrebbe crescere di ben 55 miliardi in più di quanto sarebbe spiegato dall’andamento del deficit.
Insomma, non proprio una buona notizia per il Pd e per il povero Padoan che più volte ha ripetuto come un mantra che il debito sarebbe sceso “già nel 2017” per continuare a calare nel 2018. I dati di Bankitalia, purtroppo, raccontano tutt’un’altra storia. E non scongiurano per nulla il rischio di una nuova manovra correttiva da varare dopo le elezioni. Il Mef ovviamente, al riguardo, smentisce tutto. Mentre la Commissione Europea ha preferito tacere, non fornendo dati sensibili sul debito pubblico italiano proprio per non turbare la campagna elettorale. In ogni caso, smentite di rito a parte, il rischio di una nuova manovrina è alto. E i numeri del debito non aiutano certo a scongiurare questa ipotesi.
Di fronte a tutto ciò, Renzi sembra fare orecchie da mercante e continua a parlare di riduzione del debito proponendo formule magiche, dai nomi mediaticamente persuasivi, che in realtà altro non sono che delle partite di giro (ad esempio, il piano Capricorn che prevede l’acquisizione da parte della solita Cassa depositi e prestiti – controllata dal Tesoro – degli immobili pubblici e delle quote di aziende statali). In ogni caso, se il debito pubblico in questi anni di governo Pd è aumentato, non si capisce come mai, con i Dem di nuovo al governo, dovrebbe miracolosamente scendere.
Se a tutto questo si aggiunge che i dati Ue continuano a piazzare l’Italia ultima tra i 27 per crescita del pil, con balzelli minimi dello zero virgola, allora è evidente che le fantomatiche riforme renziane di questi anni si sono rivelate per quello che sono: solo fumo negli occhi spacciato dalla comunicazione renziana come prelibatissimo arrosto. E, stando ai sondaggi che vedono il Pd ancora in calo e Renzi il leader meno popolare, pare che ormai l’abbiano capito (quasi) tutti.