Crescita, Gentiloni grida festante: “Non siamo più gli ultimi in Europa!” (perché siamo penultimi)

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Crescita, Gentiloni grida festante: “Non siamo più gli ultimi in Europa!” (perché siamo penultimi)

Crescita, Gentiloni grida festante: “Non siamo più gli ultimi in Europa!” (perché siamo penultimi)

15 Novembre 2017

Sembrava che il copione fosse lo stesso e invece ai renziani questa volta qualcosa è andato storto. Stando alle stime preliminari dell’Istat, nel terzo trimestre 2017 il Pil è aumentato dello 0,5% rispetto al trimestre precedente e dell’1,8% nei confronti del terzo trimestre del 2016. Tutti, da Renzi alla Boschi, smartphone o pc alla mano, hanno iniziato cinguettare su Twitter legando, come sempre, il segno più del Pil alle riforme dell’ormai famoso governo dei #millegiorni.

Ma questa volta la festa è durata poco. La doccia fredda per i piddini in gita sul #trenoPd arriva direttamente da Bruxelles: “Tutti possono vedere dai numeri che la situazione in Italia non migliora. L’unica cosa che posso dire a nome mio è che tutti gli italiani dovrebbero sapere qual è la vera situazione economica in Italia”. Parole pesantissime, pronunciate dal vicepresidente della Commissione europea, Jyrki Katainen (non uno qualunque, dunque), che, in merito alla legge di bilancio italiana, rompendo qualsiasi schema diplomatico, esce allo scoperto e avverte: “c’è una deviazione dagli obiettivi di medio termine per quanto riguarda il saldo strutturale”. Tradotto: il deficit italiano nel 2018 sarà superiore di ben 3,5 miliardi rispetto a quanto promesso dal governo Gentiloni la scorsa primavera, come “mostrano chiaramente le cifre pubblicate la scorsa settimana nelle previsioni economiche” d’autunno.

Questo, con ogni probabilità, significa che sarà necessaria una ulteriore manovra correttiva. Ma – e qui che la Commissione fa tirare un mezzo sospiro di sollievo a Gentiloni & Padoan – il giudizio complessivo sulla legge di bilancio è stato rinviato a maggio, cioè dopo le elezioni politiche (come successo lo scorso anno alla vigilia del referendum costituzionale). Di conseguenza, l’eventuale nuova manovra sarà uno dei primi problemi del nuovo governo. Ma ormai il sasso bruxellese è caduto nello stagno italiano e conferma quello che avevamo già detto, ovvero che la manovra era in deficit e che le coperture previste non offrivano grandi garanzie.

Dunque, non c’è niente da fare: ridurre e razionalizzare la spesa pubblica non rientra proprio nelle corde dei governi di sinistra (gli ultimi dati Bankitalia per il mese di settembre registrano un aumento del debito pubblico rispetto al mese precedente). E questo basta per rovinare la festa a Renzi & Co. Anche se, per dirla tutta, Katainen a parte, c’era già poco da festeggiare: in ogni caso, come ricordato dalla Commissione Ue pochi giorni fa, la Penisola resterà ultima tra i Paesi membri in termini di crescita anche nel triennio 2017-2019. E le stime Eurostat confermano il divario: sia l’Eurozona sia la Ue a 28 hanno fatto segnare un +0,6% e un +2,5% su base annua. A crescere meno sono solo Italia (1,8%) e Belgio (1,7%), separate da un misero 0,1%, dato di per sé ottimista se si pensa che nella Nota di aggiornamento del Def il governo stesso prevedeva una crescita pari all’1,5%. Ma questo basta a Gentiloni per esultare: “Non siamo più gli ultimi”. Perché siamo penultimi…