Da Vittoria ad Angela, quelle strane preferenze dei popoli

Banner Occidentale
Banner Occidentale
Dona oggi

Fai una donazione!

Gli articoli dell’Occidentale sono liberi perché vogliamo che li leggano tante persone. Ma scriverli, verificarli e pubblicarli ha un costo. Se hai a cuore un’informazione approfondita e accurata puoi darci una mano facendo una libera donazione da sostenitore online. Più saranno le donazioni verso l’Occidentale, più reportage e commenti potremo pubblicare.

Da Vittoria ad Angela, quelle strane preferenze dei popoli

07 Aprile 2017

Da Vittoria ad Angela, quelle strane preferenze dei popoli. “Non è sorprendente, infatti, che il Paese più favorevole all’Europa sia oggi la Germania” scrive Lucrezia Reichlin sul Corriere della Sera del 5 aprile. D’altra parte anche nell’Ottocento le cose andavano così: gli inglesi erano molto favorevoli all’impero vittoriano, invece gli indiani nicchiavano assai.

La Siria vista dal buco della serratura. “Una pura dimostrazione di forza e di decisionismo di un Presidente americano disperatamente alla ricerca di un colpo di scena per risollevare il proprio prestigio cadente” scrive Vittorio Zucconi il 7 aprile sul sito internet di Repubblica. Ecco un esempio formidabile del giornalismo da buco della serratura che domina largamente la discussione pubblica italiana. In un’area del mondo dove si sfidano turchi, iraniani, sauditi, sciti e sunniti, terroristi e controterroristi, russi, americani e israeliani e dove si tracciano i prossimi equilibri globali, la Casa Bianca trumpista agirebbe solo per recuperare qualche punto di popolarità.

Tempismo togato. “Neanche a farlo apposta Grillo e Di Battista sono indagati” scrive Liana Milella sulla Repubblica dell’1 aprile. La star delle giornaliste giustizialiste si esercita in un numero di umorismo macabro: prima sottolinea la preoccupazione tra le toghe per le convergenze grillino-berlusconiana sulla legge magistrati e politica, e poi osserva “Neanche a farlo apposta…”

La lealtà e la realtà. “Si deve ripartire da un principio di lealtà” dice Ettore Rosato alla Repubblica del 6 aprile. Si tratterebbe, piuttosto, di ripartire da un “principio di realtà”: in un Parlamento in cui i rappresentanti del popolo hanno cambiato “casacca” nella misura circa del venti per cento, l’unica cosa alla quale non ci si può appellare è un “principio di lealtà”.