Dal PCI al 5 Stelle, egemonie di ieri e di oggi
08 Marzo 2017
Discutendo di Zeitgeist. “E’ la sintesi di un disegno alternativo al renzismo” scrive Stefano Folli sulla Repubblica dell’8 marzo parlando del ruolo che sta assumendo nel Pd Andrea Orlando. In un momento segnato dalla formidabile energia del governo Gentiloni, si può dunque dire che quando la situazione si fa loffia, i loffi cominciano a giocare?
Dove va Fillon? “En s’en prenant à la justice et à la presse, en criant au complot, l’ancien premier ministre a signé une rupture idéologique destinée à sauver sa candidature”. Scrive Alexandre Lemarié su Le monde del 7 marzo. Talvolta quando la cronaca (e le soffiate del circuito mediatico giudiziario e i pettegolezzi) non bastano a spiegare quel che avviene, forse non è male rivolgersi alla storia e chiedersi se i francesi non stiano interrogandosi se fra una convergenza con inglesi, russi e americani, e una con i tedeschi, non sia meglio la prima.
Egemonie di ieri e di oggi. “Seppe trasformare varie falsificazioni della storia, messe in circolazione pro domo sua, in verità di senso comune” così Angelo Panebianco descrive sul Corriere della Sera dell’8 marzo l’egemonia esercitata dal Pci nel secondo dopoguerra. Adesso, secondo il noto commentatore corrierista, sarebbero i grillini a esercitare una simile influenza sull’opinione pubblica. Si sarebbe passati così da un’egemonia culturale a una inculturale.
Putiniani in una pagina, antiputiniani nella pagina dopo. “Se c’è una complicità, un asservimento di Assage a Putin” scrive Federico Rampini sulla Repubblica dell’8 marzo, adombrando un “uso russo-trumpista” delle ultime rivelazioni di Wikileaks. Intanto, in una o due pagine prima del quotidiano di Mario Calabresi si scrive: “A risolverlo è stato Wikileaks in una collaborazione esclusiva con Repubblica che ha portato il nostro giornale ad accedere a 8mila file segreti”.