Dentro Forza Italia non cambia nulla (ma si festeggia)
14 Gennaio 2014
Forza Italia non avrà un coordinatore unico: falchi e lealisti possono tirare un sospiro di sollievo, cadrega e prebende sono fatte salve. Era quasi scontato che la resistenza dei notabili avrebbe fatto naufragare l’operazione rinnovamento, necessaria a rimettere il partito forzista in sintonia con il proprio elettorato ed a consentirgli l’elaborazione di una proposta programmatica in linea con il tanto evocato spirito delle origini.
A dar fuoco alle polveri ci ha pensato in mattinata Raffaele Fitto, con un appello pubblico che suonava come un vero e proprio aut aut: il segnale che la vecchia guardia era sul punto di scatenare la guerra. Nella tolda di comando del partito restano i soliti noti, che non cercano strapuntini e si proclamano disinteressati a nomine ed incarichi.
Facciano festa, alzino i calici in segno di vittoria. E pazienza se a rimanere delusi saranno gli elettori, che pure credevano fosse realmente possibile vedere al vertice di Forza Italia volti nuovi, soprattutto interpreti di una filosofia politica distante da quella deriva estremista che ha fatto di una storia gloriosa un cumulo di macerie.