Dietro il rilascio di Shalit c’è la mano dell’agente tedesco Gerhard Conrad
19 Ottobre 2011
Gerhard Conrad è il nome perfetto per una superspia, riecheggiando il grande scrittore Joseph, con le sue linee d’ombra, gli agenti segreti e i cuori di tenebra. Nel momento in cui Gilad Shalit, il giovane soldato israeliano ostaggio da cinque anni nella Striscia di Gaza, con soddisfazione di tutto il mondo civile, ritrova la luce, col suo Paese che impassibile alle critiche decide di pagare per la sua vita un prezzo carissimo e insieme necessario, il pensiero non può che andare all’estenuante opera di mediazione di questo fuoriclasse dell’intelligence tedesca, per lungo tempo "residente" a Damasco, che grazie alla sua perfetta conoscenza di cultura, lingue, intrighi politici arabi, ha consentito il raggiungimento di un risultato che solo i più ardimentosi osservatori consideravano davvero realizzabile.
Gli 007 mediorientali chiamano Conrad, " Mr Hezbollah", altro indizio che la dice lunga sulla capacità di penetrazione, conservando sempre quella neutralità necessaria al ruolo e alla sopravvivenza fisica, di questo figlio della Germania che ha investito gli ultimi anni della vita nella caccia alla chiave giusta per riportare a casa un nipote di Golda Meir, Ariel Sharon e Yitzhak Rabin, compiendo uno di quei riscatti salvifici che di rado la Storia ci regala, perché il destino di Shalit va naturalmente oltre le vicissitudini di una persona, capace com’è di ergersi a simbolo di speranza e redenzione, oltre ogni retorica pacifista ed irreale.
Non importa oggi prevedere che Hamas, Hezbollah o altre fazioni continueranno ad attaccare lo Stato Ebraico, subendo poi la necessaria reazione ( nessuno a Gerusalemme si fa illusioni che questo episodio conduca a un’ uscita ragionevole dal conflitto permanente); a contare dev’ essere, almeno per un giorno, la sorte del caporale Gilad, orgoglio della resistenza israeliana alle peggiori avversità umane. A Berlino, intanto, con gli uffici del BND reduci da una stagione complicata, Ernst Uhrlau si gode il successo della mediazione tra le parti, e spande parole d’elogio per Gerhard Conrad, l’agente speciale con la stretta di mano d’acciaio che tutti vorrebbero essere e le cui gesta, c’è da scommettere, finiranno presto in libri e sale cinematografiche.