Dietro le mosse del Mpa c’è un progetto che si chiama Partito del Sud

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Dietro le mosse del Mpa c’è un progetto che si chiama Partito del Sud

28 Gennaio 2009

 

“Per la svolta federalista servono partiti autonomi ed autonomistici”: ecco la parola d’ordine con cui Raffaele Lombardo, governatore della Sicilia e leader del Movimento per l’Autonomia, annuncia lo sbarco a Milano del suo raggruppamento.

E’ questa anche l’ultima uscita, leggermente fuori dalle righe, del presidente della Regione, stavolta nelle sue vesti di capo partito. Nella stessa occasione, il politico catanese annuncia che il capoluogo lombardo è solo la prima tappa di un escalation nordista che ha in agenda punti di aggregazione in Friuli, in Veneto, per finire persino a Torino.

Una vera performance che dice di una gran voglia di non passare, fuori dall’isola, sotto silenzio da parte della formazione che attualmente guida Palazzo di Orleans. Lombardo, d’altro canto, in parte si schernisce, parla di iniziative subite, sebbene non di contraggenio. “Non abbiamo deciso noi di aprire una sede del Mpa a Milano”, spiega, “ma sono stati molti milanesi e lombardi a decidere di farlo”. E subito a rimarcarne il carattere di scelta quasi indipendente, fa riferimento a una “nostra classe dirigente” con tanto di leadership, magari “provvisoria” e tuttavia già pronta a scendere in campo con “propri candidati alle prossime europee”. Insomma, un Lombardo a tutto tondo, dinamico e nervoso quanto basta da imbracciare la bandiera della “rivoluzione” federalista anche nella terra di Umberto Bossi.

Per il Mpa e i suoi capi, sono settimane di fibrillazione senza distinzioni di sorta dallo scacchiere isolano a quello nazionale. A Palermo, è quotidiano nervosismo sottotraccia. Su tutto, il nodo dell’intesa ancora da definire sulla Sanità. Le modulazioni del piano di rientro sono nei fatti, a oggi, abbastanza in alto mare. I draconiani tagli ipotizzati dall’assessore competente, l’ex magistrato Russo, continuano a dividere la maggioranza. Il grosso del Pdl, gli amici di Renato Schifani e Alfano, la maggioranza degli esponenti di An e l’intera Udc (nell’isola va ricordato che i casiniani sono formazione di tutto rispetto oltreché uno dei pilastri dell’esecutivo) sin dall’inizio oscillano fra scetticismo e aperta ostilità. Di opposto avviso Lombardo, a cui fanno corona pezzi di Forza Italia e schegge di finiani locali. Una partita apertissima, sul cui esito è difficile qualsiasi previsione.

Il busillis Sanità in effetti è solo la punta di un iceberg. L’Mpa gioca in Regione una partita più seria e complessa, di cui la gestione della futura salute dei siciliani è solo un frammento, per quanto rilevante.

Dietro alla battaglia in corso  da mesi per tagli e accorpamenti di aziende ospedaliere e Asl, fa sempre di più capolino una questione che si chiama partito del Sud. Ovvero un qualcosa che, magari prendendo le mosse dalle roccaforti isolane, possa svolgere un ruolo anche nel resto della penisola. Un’ipotesi suggestiva ma dal non semplice realizzo, accarezzata nel passato da altri esponenti dell’attuale Pdl, che però garantirebbe a Lombardo e ai suoi una libertà di movimento ragguardevole, accanto alla possibilità di sparigliare a piacimento in direzione del Cav piuttosto che quella di Walter Veltroni. Ma per conquistare questa invidiabile chance il governatore deve mantenersi ben saldo nella sua ridotta panormita e insieme farsi notare anche al di là dello Stretto. Si spiega così il braccio di ferro (con la vecchia nomenklatura del suo predecessore ed ex amico Totò Cuffaro a far fuoco e fiamme sulla ridotta opposta) sulla Sanità, insieme al suo attivismo nel territorio, profondo Nord incluso. Sempre nella direzione di rinsaldare le truppe è il recente annuncio, per bocca di Lombardo, di una campagna acquisti in corso presso entrambi i poli. Un’operazione in pieno svolgimento che, a detta del governatore, potrebbe riservare non poche sorprese.