Dietro lo scontro sul G8  c’è l’ostilità di Bertinotti  per De Gennaro

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Dietro lo scontro sul G8 c’è l’ostilità di Bertinotti per De Gennaro

Dietro lo scontro sul G8  c’è l’ostilità di Bertinotti  per De Gennaro

01 Novembre 2007

 L’ipocrisia italiana
è fantastica, stupenda, deliziosa. Si dice G8 e si intende De Gennaro. Sì,
proprio così: Rifondazione Comunista e soprattutto Fausto Bertinotti, non avevano
affatto intenzione di usare una commissione parlamentare d’inchiesta sul G8 di
Genova solo per fare propaganda, sputtanare poliziotti e permettere a Heidi
Giuliani di continuare a raccontarsi una falsa verità su suo figlio. No, la
volevano –e la vogliono- per portare a termine una insidiosa manovra politica:
distruggere Gianni De Gennaro, la sua carriera e soprattutto la rete immensa di relazioni
che un centrosinistra demente gli ha permesso di costruire (e che un
centrodestra distratto, incredibilmente, non contrasta).

 A tutti è evidente
una verità tanto banale, quanto ovvia: se ci furono –e ci furono- comportamenti
deviati e “cileni”- delle forze di polizia in quei giorni a Genova, non in
piazza, ma dopo, vedi Caserma Diaz, la responsabilità non fu affatto del
ministro Claudio Scajola, giunto al dicastero degli Interni poche settimane
prima, ma del capo della polizia De Gennaro, dei suoi uomini più vicini, delle
sue indicazioni politiche, straordinariamente simili, peraltro, a quelle
applicate pochi mesi prima a Napoli, contro l’estrema sinistra, con simile
ferocia.

 Per uno dei tanti
paradossi della politica italiana, mentre Claudio Scajola, un po’ per senso
dello stato, un po’ per una certa dose di ingenuità politica, dava una piena
copertura istituzionale non solo alle forze di polizia, ma anche e
specificamente a De Gennaro, la sinistra riformista faceva il suo solito doppio
gioco –fare finta di stare con le forze dell’ordine e intanto soffiare sul fuoco
della loro piena delegittimazione- mentre la sinistra radicale sparava a tutto
spiano contro le forze dell’ordine e decideva di “farla pagare” al
responsabile: De Gennaro appunto.

 Questo è stato il
senso della candidatura di Heidi Giuliani, questo il senso della proposta di
una Commissione d’Inchiesta. Il lavoro della magistratura genovese, infatti, ha
un limite invalicabile: può perseguire le eventuali responsabilità penali dei
singoli, ma non ha gli strumenti per una individuazione delle vere
responsabilità politiche e operative dei vertici della polizia.

Responsabilità
evidenti, perché non è possibile che episodi come quello della Diaz siano
iniziativa di soli quadri intermedi.

 La disistima, e
addirittura l’astio di Rifondazione –e personale di Bertinotti- nei confronti
di Gianni De Gennaro hanno già giocato un ruolo fondamentale nella sostituzione
dei vertici dei Servizi disposta dal governo Prodi. De Gennaro è stato bloccato
in prima persona –si è dovuto “accontentare” della funzione di Capo di
Gabinetto degli Interni- e lo straripare dei suoi fedeli alla guida del Sismi e
del Sisde è stata parzialmente contenuta. Ma a Bertinotti non basta, anche se
De Gennaro e i suoi fedeli continuano a fargli degli straordinari e indebiti
favori, dando disposizioni incredibili e pericolosissime circa l’osservazione
dei settori più pericolosi dell’area contigua all’eversione. Il Sisde, ad
esempio, non può più disporre di infiltrazioni nei centri sociali o in circoli
sospetti di frequentazione anche di terroristi, se non su disposizione
personale e diretta del direttore stesso del Servizio. I dirigenti locali non
hanno più alcun margine di iniziativa in questa fondamentale area di controllo
e i tempi e la farraginosità burocratica del meccanismo di accentramento imposto
ne depotenziano gli effetti.

 La Commissione
d’Inchiesta su Gianni De Gennaro, dunque, esce, per il momento, di scena. Ma
non è detto che non venga riproposta e che non vi siano tentativi di portarla
all’esame dell’aula in qualche modo.

 De Gennaro è sempre
al vertice delle nostre Forze di Sicurezza ed è giovane, molto giovane.

 Lo scontro continua.
Parlando d’altro, s’intende, come nelle migliori spy story.