“Dio Salvi la Regina” ma ci hanno già pensato William e Kate
01 Maggio 2011
di Luca Negri
Avrà assistito anche Puck al matrimonio da sogno di mezza primavera 2011? C’era anche lui fra i due miliardi di persone che hanno seguito le nozze di Guglielmo duca di Cambridge conte di Strathearn e barone di Carrickfergus, meglio conosciuto come William Arthur Philip Louis con Catherine Elizabeth Middleton? Puck, tra l’altro, non avrebbe alcun bisogno di un invito a Westmister né di uno schermo al plasma. Intendiamo Puck, il folletto della nota commedia di Shakespeare, ma nella versione e visione di Rudyard Kipling in alcuni racconti, meno famosi di “Kim” e del “Libro della giungla” ma forse ancor più suggestivi. Il suo Puck, il piccolo fauno vecchio come il tempo che testimonia la persistenza del mondo magico e fatato, ricreava per i sensi di due fratellini il passato di Albione allo scopo di iniziarli ai misteri dell’Impero.
Dell’Impero britannico, del quale Kipling era entusiasta sostenitore, del potere sul mondo raccolto in eredità da Roma ed ampliato fino a non veder mai tramontare il sole. I due fanciulli erano così trasportati sul Vallo di Adriano, fra centurioni romani e conquistatori normanni, su lidi africani dove guerrieri vichinghi combattevano contro orde di gorilla. Toccava loro anche commuoversi per l’esodo delle fate dall’isola britannica, obbligato dall’incombere dell’incredulità moderna. Ma il resto della storia l’avrà vista Puck? Dai primi anni del Novecento, da quell’agonia dell’età vittoriana che Kipling ancora esaltava, a l’altro ieri ne sono successe di cose.
Prima il breve regno di Edoardo VII, quello non troppo lungo di Giorgio V che si chiuse nel 1936 e poi cominciarono i guai. Cosa avrà pensato Puck del successore Edoardo VIII? Gran donnaiolo poco attento all’etichetta, alle formalità appunto vittoriane. E’ noto che voleva accanto a sé come regina l’americana divorziata Wallis Simpson. Grande scandalo, soprattutto perché il sovrano d’Inghilterra è anche il capo della Chiesa anglicana che (a quei tempi) non vedeva molto bene il divorzio. D’altronde era l’ulteriore conferma del paradosso di una religione di Stato nata per questione strettamente sentimentale: permettere a Enrico VIII il divorzio da Caterina d’Aragona e le nuove nozze con Anna Bolena. Andò a finire che Edoardo VIII impalmò l’americana, al prezzo di abdicare in favore del fratello. Forse Puck si sarebbe disinteressato della faccenda, a questo gossip prebellico e si sarebbe preoccupato maggiormente per le supposte simpatie hitleriane del mancato re romanticone.
I veri guai, infatti dovevano ancora venire: una guerra vinta ma che aveva dato un’accelerata alla storia facendo crollare l’Impero, dove il sole cominciò a calare. Puck ha visto una nuova regina sul trono, di gran classe e buona etichetta ma superata in popolarità da capelloni con la chitarra che stavano scrivendo la nuova musica classica (nominati, per giunta, baronetti), poi sbeffeggiata dai punk. E nuovi scandali amorosi, nuovi divorzi dei principi. Avrà pianto Puck, si sarà forse commosso mentre Elton John salutava la principessa Diana cantando “Candle in the wind” al funerale? Con Carlo e Diana, fin dalla mondovisione del loro matrimonio, era apparso evidente che la vecchia aristocrazia doveva combattere armi pari con la mitologia che aveva usurpato il suo posto nel sentimento popolare. La nobiltà era ridotta a filmone strappalacrime, a soap opera, alla sovraesposizione mediatica (con tutti i pro e contro). Così fu per il divorzio, l’incidente nella notte di Parigi, il nuovo matrimonio di Carlo con Camilla Parker-Bowles, matrimonio di vero amore stavolta, talmente vero che precedeva l’incontro con la principessa triste.
Ma se anche Puck si è intristito per le vicende degli anni passati, forse ha ritrovato un po’ il sorriso vedendo il matrimonio che i rotocalchi definiscono “da favola”. Matrimonio d’amore, quello di William e Kate, che si spera non naufraghi nell’ennesimo divorzio. Anche perché i sudditi già vedono la bella coppia in vesti regali. Carlo non è mai stato troppo amato e pare preoccuparsi più di agricoltura e surriscaldamento globale che di impegni da sovrano. Ma sgretolato l’impero, quasi evaporato il sentimento monarchico nelle nuove generazioni britanniche, le nuove nozze hanno dato nuova linfa alla famiglia Winsdor. E al popolo la possibilità di sognare ancora, di sperare che un giorno Puck il folletto possa richiamare sull’isola il popolo della fate.