Dopo il Festival del cinema di Venezia in laguna le acque sono sempre più agitate
15 Settembre 2012
di Carlo Zasio
Con il Leone d’Oro al regista coreano Kim Ki Duk per il film Pietà – film iperviolento che ha diviso la critica – le polemiche per il mancato riconoscimento a Marco Bellocchio per La bella addormentata e la magra raccolta del cinema italiano si è conclusa la 69. Mostra del Cinema di Venezia, edizione controversa per i tanti rivolgimenti.
Il ritorno al Lido del direttore Barbera dopo gli otto anni di Mueller ha coinciso con l’apice – si spera – della crisi mondiale, non privo di conseguenze per l’atmosfera che si respirava nelle sale e nei dintorni del Palazzo del Cinema. Dal 2008 mancano le major statunitensi, anche le case nazionali di produzione incominciano a marcar visita – Medusa aveva solo due film al Lido – pochi e rarefatti gli eventi mondani – che non fanno certo la qualità di una Mostra, ma ne restituiscono gli umori – quasi assenti i simboli dello star system.
Il rilancio del mercato, che ha visto la presenza di 200 buyer, è stato possibile solo grazie all’ospitalità della Biennale, che non si sa se si potrà replicare l’anno prossimo. Per contro, la già inadeguata accoglienza del Lido è ancora peggiorata. Lo storico Des Bains è ancora in ristrutturazione. Destinato a divenire un resort di mini appartamenti di lusso, dopo due anni è ancora un cantiere e l’unico acquirente finora manifestatosi ha sporto denuncia perché la sua unità abitativa è ancora circondata da carrucole, ponteggi e pulegge.
L’operazione immobiliare dell’ex Ospedale a Mare, che doveva portare le risorse per l’ormai cancellato nuovo Palazzo del Cinema, è ferma e la struttura sanitaria è ostaggio dei ragazzi di Occupy Biennale e del sindacalismo più retrivo che si oppone al ricollocamento in altre strutture ospedaliere del personale. La voragine antistante al Palazzo del Casinò, dove dovevano esser gettate le fondamenta della struttura che avrebbe dovuto rilanciare le sorti della Mostra, è stata ricoperta mentre il commissario governativo Spaziante, che si era battuto come un leone per realizzare l’opera, è stato abbandonato al suo destino dal governo locale. Il Comune di Venezia ha preferito devolvere due milioni di euro dal proprio bilancio per permettere alla Biennale di ristrutturare il foyer della Sala Grande piuttosto che continuare a ricercare soluzioni al problema, che prevedeva tra l’altro la bonifica dall’amianto ritrovato a 5 metri di profondità – fatto che pare non abbia incuriosito nessuno.
Il risultato è che questa Mostra ha contato non solo per scelte curatoriali la metà dei film della scorsa edizione, mentre si è registrato un calo dell’8% dei biglietti venduti e gli sponsor cominciano a scalpitare. Per non parlare dei malumori degli albergatori e degli operatori turistici veneziani. Si prevedono acque agitate in laguna.