
Dopo la conferenza di Monaco a Kiev servono più armi e meno applausi

19 Febbraio 2023
Dalla Conferenza di Monaco sulla Ucraina viene fuori un concetto molto semplice. Il tema non è applaudire Zelensky e il popolo ucraino, farsi scendere la lacrimuccia o polemizzare sul messaggino a Sanremo sì o no. La questione sono le armi che servono agli ucraini per combattere e respingere l’invasore russo.
Gli ucraini vanno “meglio riforniti di armi e munizioni”, come dice l’Alto rappresentante dell’Unione per gli Affari esteri e la Politica di sicurezza, Josep Borrell.
Bisogna fare di più e bisogna farlo in fretta. La invasione russa della Ucraina è una “sfida esistenziale alla sicurezza” della Ue, dice Borrell. Per questo Kiev “deve essere armata”. Tempi scrive giustamente che per adesso stiamo mandando in Ucraina neppure un battaglione di Leopard dai Paesi del Nord Europa. I carri armati americani arriveranno nel prossimo autunno. Il silenzio delle altre cancellerie europee ci ricorda che molto resta da fare per armare davvero Kiev.
Alla Conferenza di Monaco la Coalizione Leopard barcolla ma non molla
“I paesi Nato, come ammesso dal segretario generale Stoltenberg, sono a corto di munizioni e armamenti e sono restii a finanziare una nuova corsa alle armi,” scrive Tempi. Del resto dal 2014 al settembre del 2021, l’Europa ha fornito a Kiev assistenza per 15 miliardi di dollari, una buona parte destinata a difesa e sicurezza. Ma secondo le autorità ucraine nel 2020 il costo complessivo annuale per difesa e sicurezza di Kiev si aggirava intorno ai 20 miliardi di euro annui.
La verità è che l’Europa ha fatto poco prima della invasione e continua a fare poco. L’Europa, per lungo tempo debole e remissiva verso dittature ed autocrazie, deve dare un segnale. Mostrare di essere un “attore globale credibile”. Nello stesso tempo, bisogna investire nella difesa europea e insistere con le sanzioni, sganciandosi dalle forniture russe di gas e petrolio come sta avvenendo.
NATO attore cruciale
In questo contesto, la Nato è “un attore cruciale” e “gli europei devono condividere la responsabilità per la loro sicurezza”. Secondo Borrell, l’Ue deve “aumentare la responsabilita’” nei confronti dei propri partner nel Sud globale, rassicurandoli che non si concentra esclusivamente sul conflitto nell’ex repubblica sovietica. L’obiettivo è contrastare il “risentimento” che i Paesi di Africa e America latina provano nei confronti dell’Europa sia per la memoria del colonialismo sia per la propaganda russa. Per Borrell, il messaggio uscito dalla Conferenza di Monaco è “difendiamo valori universali”.