Dopo la nomina di Veronesi all’Agenzia nucleare è ancora impasse

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Dopo la nomina di Veronesi all’Agenzia nucleare è ancora impasse

06 Dicembre 2010

Allo stop imposto al rinnovo dell’autorità, segue ora l’impasse dell’Agenzia per la sicurezza nucleare. Le commissioni attività produttive e ambiente della Camera hanno, infatti, respinto in due tempi la nomina di Michele Corradino, uno dei due componenti del collegio designati dal Ministro Prestigiacomo.

Dambruoso e Corradino, i candidati proposti dal Ministro dell’ambiente, avevano già incontrato l’ostilità dell’opposizione espressasi con un voto contrario al Senato. Alla Camera il nome di Dambruoso è passato, ma per Michele Corradino, capo gabinetto del Ministro Prestigiacomo, i voti contrari sono stati 50 su 78. Dissenso è stato quindi espresso anche nelle file del PDL.

Si impone ora una nuova designazione da parte del dicastero, da presentare al Consiglio dei Ministri per il successivo parere delle commissioni. In tempi di instabilità politica la faccenda si complica e i già significativi ritardi nella costituzione dell’Agenzia rischiano di aggravarsi.

Secondo Angelo Monelli, presidente nazionale dei Verdi, “la bocciatura della nomina del capo di gabinetto del ministero dell’Ambiente all’Agenzia in realtà è una bocciatura dell’intero programma atomico del governo che aveva visto l’azione sempre più determinante del dicastero guidato dalla Prestigiacomo”. L’interpretazione è curiosa, in quanto trascura totalmente il fatto che il presidente dell’Agenzia, Umberto Veronesi, ha ottenuto 69 voti favorevoli su 79. Fatto, questo, che consolida il programma nucleare e la legittimazione dell’autorità.

Il dissenso quindi non nasce da una pregiudiziale opposizione al progetto, ma investe le singole designazioni. Nella migliore delle ipotesi, il voto contrario rappresenta una richiesta affinché Stefania Prestigiacomo esprima la nomina di un tecnico, anziché di un uomo di fiducia con competenze di tipo prettamente giuridico. Nella peggiore delle ipotesi, rappresenta una sfida al Ministro. In ogni caso, non assume il significato di una bocciatura del progetto di ritorno al nucleare.

In questi giorni gli Ecologisti Democratici hanno tacciato di incompetenza Umberto Veronesi. L’attacco al professore è una reazione alle sue recenti dichiarazioni. L’ex senatore del PD ha, infatti, affermato che le tecniche utilizzate per la gestione delle scorie radioattive sono così sicure da non rappresentare alcuna minaccia alla salute dell’uomo. Tanto che sarebbe disposto ad averle in casa. Il passo falso così commesso è evidente. Il nome di Umberto Veronesi è stato scelto proprio per le sue competenze in materia di tutela della salute. Le uniche perplessità sono state espresse da chi riteneva fosse opportuno designare un tecnico che conoscesse più da vicino il mondo della produzione energetica. Si è preferito porre in cima alla lista delle competenze richieste quelle connesse agli effetti sulla salute dell’attività di produzione di energia da fonte nucleare, con le connesse attività di gestione dei rifiuti radioattivi. Tutto poteva aspettarsi l’oncologo di fama internazionale, tranne che di veder sminuite dal giorno alla notte le conoscenze acquisite in decenni di studi e ricerche di settore.