Dopo mesi d’attese Bruxelles vara il fiscal compact voluto da Angela Merkel

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Dopo mesi d’attese Bruxelles vara il fiscal compact voluto da Angela Merkel

31 Gennaio 2012

Nel 1999 un manifesto di alcuni economisti contro la disoccupazione nell’Unione Europea poneva all’attenzione dell’opinione pubblica internazionale il problema della mancanza di lavoro: “un tasso di disoccupazione elevato si traduce in un immenso spreco di risorse, con una perdita della produzione che può essere stimata fino al 15 per cento del Pil potenziale e perdite anche superiori in termini di risparmio e d’investimenti”.

Sono passati dodici anni e la disoccupazione resta ancora oggi uno dei principali problemi del Vecchio Continente. Quel manifesto è, ancora oggi, in gran parte, attuale tanto che nel prevertice (il primo nel quale è stato invitato anche il premier italiano) con Nicolas Sarkozy e Mario Monti, Angela Merkel ha indicato nella lotta alla disoccupazione giovanile uno degli obiettivi primari della politica europea. A dire il vero la Cancelliera, già all’incontro di Davos, al World Economic Forum, aveva sottolineato l’importanza per le economie occidentali di risolvere i problemi legati al lavoro, oltre che naturalmente alla crescita.

Nel segno della lotta alla disoccupazione e di nuove misure per la crescita, si è svolto, ieri, il primo vertice dell’anno dell’Unione Europea, in una Bruxelles paralizzata dallo sciopero generale convocato dai sindacati belgi contro le misure di austerità decise dal governo. Il vertice tra i capi di Stato e di governo ha approvato la dichiarazione su crescita e occupazione, che indica le priorità nell’azione dei governi europei: lavoro ai giovani, completamento del mercato interno e accesso al finanziamento per le piccole e medie imprese. Ad annunciare l’accordo è stato il presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy … su Twitter. L’appello dei 27 leader europei è stato “fare di più affinché l’Europa superi la crisi”.

In attesa che il Consiglio europeo di Marzo vari le linee guida sulle politiche economiche e per l’occupazione dei singoli paesi e per avviare le riforme strutturali che permettano di creare maggiore competitività e nuovi posti di lavoro, i leader europei hanno dato il via libera al cosiddetto Fiscal Compact, che, su richiesta della Germania, prevede un’ulteriore stretta sui vincoli di bilancio. Al Fiscal Compact dovrebbero aderire tutti i paesi europei (tutti con l’esclusione della Gran Bretagna) anche se ci sono stati ostacoli posti da Polonia e Repubblica ceca. Varsavia ha fatto sapere che si opporrà a meno che nel testo del Trattato che lo istituisce non si chiarisca che a partecipare al processo decisionale siano tutti i membri firmatari e non solo quelli della zona euro. Il Fiscal Compact, poi, secondo l’ultima bozza di accordo, dovrebbe entrare in vigore dopo la firma di 12 Paesi e deve essere ratificato entro marzo 2013, e solo chi l’avrà ratificato potrà avere accesso al fondo salva-Stati permanente (European stability mechanism).

Ai capi di Stato e di governo dell’Ue riuniti a Bruxelles hanno deciso anche la programmazione degli 82 miliardi di fondi europei già previsti per il periodo 2007-2013 e non ancora utilizzati per iniziative a sostegno della crescita e dell’occupazione. Fra questi, circa 8 miliardi dovrebbero andare all’Italia. A questo proposito c’è da registrare la proposta del Presidente Barroso di volere un team della Commissione Europea in Italia e in altri sette Paesi ad alta disoccupazione, tra cui Grecia e Spagna, per lavorare con governi e parti sociali al fine di creare occupazione anche con l’aiuto dei fondi Ue non spesi. Anche se non ufficialmente in agenda, i leader hanno parlato, evidentemente, anche di Grecia.

La Germania ha ammorbidito la propria posizione riguardo alla nomina di un Commissario europeo per la Grecia al fine di controllare le politiche fiscali e di bilancio di Atene. Secondo Angela Merkel è ora opportuno discutere su come l’Unione Europea può aiutare la Grecia. Ci sono da registrare, infine, due altre notizie a margine del vertice. La prima è il giudizio dell’agenzia di rating Moody’s che stima che il decreto Salva-Italia “ridurrà il reddito disponibile delle famiglie” e l’economia italiana registrerà un calo del Pil dell’1 per cento nel 2012, mentre il tasso di disoccupazione in Italia segnerà in media un aumento all’8,8 per cento nel 2012 dalla media dell’8,2 per cento del 2011. La seconda è il giudizio positivo del presidente dell’Eurogruppo Jean-Claude Junker sul nostro paese: “La politica italiana ha ritrovato il cammino della ragione”.