Draghi ha giocato bene le sue carte e ora raccoglie l’investitura della Merkel
12 Maggio 2011
Silvio Berlusconi ci aveva provato già nel gennaio scorso. Durante la conferenza stampa alla fine dell’incontro a Berlino tra una delegazione del Governo tedesco e quello italiano, il Presidente del Consiglio, rispondendo ad una domanda di un giornalista tedesco, si augurava che Mario Draghi venisse eletto alla guida della Banca Centrale Europea. Oggi, a distanza di cinque mesi anche Angela Merkel sponsorizza ufficialmente l’italiano Draghi. La Cancelliera tedesca, infatti, in un’intervista pubblicata oggi sulla Zeit, ma di cui il sito del settimanale tedesco ha anticipato, nella giornata di ieri, alcuni stralci, dice di “conoscere bene Mario Draghi. E’ una personalità molto interessante e di esperienza. Draghi, inoltre, condivide ed apprezza la nostra cultura della stabilità. La Germania potrebbe sostenere la sua candidatura alla Presidenza della Banca Centrale Europea”.
Queste parole di Angela Merkel valgono, evidentemente, come investitura ufficiale. Non rappresentato però un’affermazione scontata o una sorta di formalità. Anche se nelle ultime settimane, grazie a rivelazioni di alcuni giornali tedeschi ed inglesi, si era saputo che la Germania aveva sostanzialmente messo da parte le riserve sul nome di Draghi, non c’erano ancora dichiarazioni ufficiali. Del resto, tra il sostegno a Mario Draghi pubblicamente espresso da Angela Merkel e la visita a Berlino del Presidente Berlusconi, è successo un po’ di tutto.
Mario Draghi, infatti, non era certo un candidato gradito in terra tedesca e non era ben visto soprattutto dopo che il portoghese Vitor Constâncio era diventato vice-presidente della Banca Centrale Europea (BCE). Con Draghi alla Presidenza della BCE, gli stati minori ed economicamente deboli dell’Unione Europea sarebbero stati, effettivamente, sovra-rappresentati. Per la Germania era Axel Weber, allora ancora Presidente della Banca Centrale Tedesca, ad essere il candidato ufficiale – sostenuto non tanto per convinzione quanto per necessità. Ma dopo le dimissioni di Weber da Presidente della Banca Centrale Tedesca, avvenute nel febbraio scorso, Angela Merkel si è ritrovata con un vuoto che non è riuscita a colmare immediatamente. Bisognava lavorare ad una nuova candidatura, ma i tempi stringevano perchè il mandato di Jean Calude Trichet scadeva (e scade) a fine ottobre. Si sono fatti i nomi di Jens Weidmann, di Jürgen Stark o di Klaus Regling.
Nessuno di questi, però, sembrava avere la statura, la personalità e l’esperienza internazionale sufficiente per ricoprire un ruolo delicato e di prestigio come quello di Presidente della BCE. E’ in questa fase che Mario Draghi ha capito di avere concrete possibilità di arrivare al vertice della BCE: non aveva, infatti, avversari della sua stessa statura. Da allora il Governatore italiano ha iniziato la sua partita e lo ha fatto con intelligenza. In un’intervista non casuale al principale giornale tedesco (storicamente sempre scettico nei confronti di Draghi), la Frankfurter Allgemeine Zeitung, affermava che “L’Euro è una storia di successi ed ha portato vantaggi a tutti. Ed a paesi come l’Italia ha anche portato un valore fondamentale, ovvero la stabilità, alla quale, oggi, nessuno potrebbe rinunciare. La cultura della stabilità è oggi parte integrante della vita economica in Italia come in tutta l’Europa e per questo deve essere preservata. Soltanto la stabilità garantisce una crescita stabile… Noi tutti dobbiamo seguire l’esempio della Germania e questo l’ho detto apertamente in diverse occasioni. La Germania ha migliorato la propria forza di competitività portando avanti riforme strutturali. Deve essere questo il nostro modello… La stabilità dei prezzi è stata il fondamento della crescita tedesca e ora deve diventare un principio per l’intera Europa.”
Queste parole, rilasciate nel febbraio scorso, sono quelle di un futuro Presidente della Banca Centrale Europea che ha le idee molto chiare. Draghi ha dunque giocato bene le sue carte, il governo italiano ha fatto la sua parte ed oggi l’attuale Governatore della Banca d’Italia ha anche l’appoggio, decisivo e fondamentale, della Germania, senza la quale, il 31 ottobre prossimo, non potrà mai arrivare alla guida della BCE. Tre mesi fa l’avevamo detto che la partita per il nuovo presidente della BCE era certamente complicata, ma ancora aperta e non impossibile. Oggi possiamo dirlo con certezza: tra Draghi e la Presidenza della BCE non c’è più alcun ostacolo.