E’ arrivata l’ora che Berlusconi si dia tempi, obiettivi e scadenze

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E’ arrivata l’ora che Berlusconi si dia tempi, obiettivi e scadenze

15 Settembre 2010

Dare consigli a Berlusconi, come governare gli italiani secondo Mussolini, non è impossibile: è inutile. Però, accettando il gioco dell’Occidentale, credo che il consiglio che più servirebbe a Berlusconi è proprio quello che sicuramente non seguirà.

Il Presidente del Consiglio dovrebbe evitare, per una volta, di negare che quello che comincia è il secondo tempo della legislatura. Dovrebbe evitare di mettersi nella condizione, a lui pure congeniale, di fingere che nulla è cambiato – semplicemente per restare fedele alla propria narrazione pubblica. Dovrebbe evitare di sognare, ancora una volta, che gli anni non passino – e accorgersi che vada come vada, questo molto probabilmente è il suo ultimo giro di giostra.

Tutta la mitologia berlusconiana si regge sull’idea che il Cavaliere ha un rapporto col tempo diverso da quello degli altri esseri umani. SuperSilvio dorme quattr’ore per notte, ci farà vivere fino a centovent’anni, ha il fisico di un "ragazzo" vent’anni più giovane. Proprio questa trama di spacconate è servita a Berlusconi non solo per proiettare un’aura di efficienza elvetica sciacquata in machissime acque latine ma anche per dare a tutti noi l’illusione che ci fosse, sempre e comunque, tempo.

Berlusconi dovrebbe accorgersi che sull’efficacia dell’azione del suo governo oggi si gioca davvero il giudizio che la storia darà di lui.

Sedici anni fa scendeva in campo, all’apparenza, per risolvere due anomalie italiane: lo strabordante interventismo pubblico, che tracimava in corruzione, e il ruolo improprio giocato da una magistratura legittimata dal consenso popolare ma ormai irrispettosa di diritti dei singoli e procedure.

Tutta l’avventura berlusconiana si è basata sull’idea che fosse necessario accettare l’anomalia Berlusconi, per liberare l’Italia da queste altre due anomalie. Per adempiere a questo patto tacito con gli elettori, il Cavaliere deve darsi tempi, obiettivi, scadenze. Come un semplice mortale, che accetta di non avere davanti a sé l’eternità.