E’ il nucleare il primo “grattacapo” per Paolo Romani
11 Ottobre 2010
Si riparte. Ai vertici di Via Molise si è insediato il nuovo ministro dello Sviluppo Economico, Paolo Romani, già sottosegretario con delega alle comunicazioni. Dopo la nomina, avvenuta lunedì sera, pochi minuti dopo la discussione di due mozioni dell’opposizione che lamentavano per l’appunto il protrarsi dell’interim del Presidente del Consiglio, è seguito un ciclo di incontri presso il dicastero con i rappresentanti del mondo imprenditoriale e del lavoro.
Secondo Fulvio Conti, amministratore delegato di Enel, Paolo Romani è un convinto assertore del nucleare e ha confermato l’impegno del governo ad affrontare una questione al tempo spinosa e ineludibile. Le parole del vertice dell’Enel suonano come una rassicurazione per quanti hanno temuto un declassamento delle politiche energetiche nell’agenda di un ministro dalle attribuzioni ben più ampie e dotato di competenze diverse da quelle del suo predecessore.
Di certo il sottosegretario all’Energia Stefano Saglia avrà un’importanza determinante nel trainare la conduzione delle politiche di settore. A maggior ragione se si considera il numero degli impegni che si affacciano nei prossimi mesi. Entro il 5 dicembre dovrà essere recepita la direttiva europea sulle rinnovabili. Ciò dovrebbe portare ad una revisione della normativa in materia e può essere l’occasione per dare una soluzione duratura alla questione aperta con la manovra finanziaria dell’estate scorsa, quando sono emerse le distorsioni provocate dal sistema incentivante dei certificati verdi, un meccanismo costoso e che non dà certezze agli investitori. Nel frattempo, il Ministero dovrà seguire le operazioni di adeguamento da parte delle regioni alle linee guida nazionali sulle rinnovabili. In vigore dal 3 ottobre, le indicazioni date dal Governo per regolare lo sviluppo del comparto dovranno essere recepite entro la fine dell’anno.
Più in generale, i settori del gas e dell’elettricità attendono le novità che verranno introdotte dalle nuove direttive sul mercato interno, da recepire nel nostro ordinamento entro l’11 marzo. Sempre sul fronte comunitario, il ministero dello Sviluppo Economico è chiamato a adottare nuove misure per rafforzare la sicurezza degli approvvigionamenti di prodotti petroliferi, in attuazione di una recente direttiva che impone il mantenimento di un livello minimo di scorte di petrolio greggio o prodotti derivati.
Con riguardo al nucleare, l’impegno assunto è quello di chiudere per fine anno la composizione dell’agenzia per la sicurezza nucleare e adottare per marzo i numerosi provvedimenti attesi per completare la disciplina di dettaglio. Non è esattamente il ruolino di marcia immaginato al momento del varo del decreto nucleare. Su questo versante, c’è il rammarico di non aver sfruttato l’interim per sciogliere il nodo delle nomine dell’Agenzia. Più volte è stata annunciata l’imminente nomina dei componenti dell’autorità, senza però venirne a capo. L’ultima volta è stata quella di Saglia, assicurare l’elaborazione della strategia nucleare per il mese di ottobre.
Infine, nuovi capitoli si stanno aprendo con uno sguardo alla politica estera. Al terzo forum Italia-Russia, svoltosi a Verona la scorsa settimana, è emerso l’interesse della Russia per le tecnologie italiane nell’ambito dell’efficienza energetica. Tema inedito per un paese la cui bilancia dei pagamenti si regge in modo significativo sull’esportazione di idrocarburi.
Per il governo ha partecipato il Ministro Galan, ma non è da escludersi che, se dalle manifestazioni di interesse si passerà ai fatti, il pallino passi al ministro dello Sviluppo Economico.