E’ rimorto Pasquino
20 Gennaio 2014
di Aldo Sarullo
La voce della satira popolare romana contro tutti i poteri è tornata a tacere. Brutta, smozzicata e monca, la statua ellenistica a cui l’Urbe ha dedicato affetto e spazio, la piazza di Pasquino – nei pressi di
piazza Navona – oggi ha perso ancora una volta la voce.
Era già accaduto via via nei secoli, dal ‘500 in poi, che papi e potenti avessero tentato di farla fuori. Proprio fuori, sino a progettare di buttarla nel Tevere. Si sa, la satira – che è soltanto quel genere letterario che si fonda sulla verità – suscita nelle vittime mal di pancia e vergogna e invece aiuta la gente a capire. Ciò nuoce ai potenti, li infragilisce.
Da qualche mese le pasquinate non l’adornano più. S’era pensato che la causa fosse l’uscita di scena di Berlusconi e, quindi, il venir meno dello spunto principale. Invece no. E’ bastato chiedere a chi abita la piazza per apprendere che quasi quotidianamente i vigili urbani del sindaco Ignazio Marino rimuovono i sempre più scoraggiati foglietti satirici.
Insomma, Pasquino è rimorto, ma la Storia ci insegna che è tutto inutile. I suoi carnefici sono sempre
caduti egualmente nel rifiuto delle gente e nell’oblio. Lui, invece, torna.