
Economia e virus: cronaca di una disfatta annunciata

04 Marzo 2020
Sull’andamento sanitario del virus si deve lasciare, come si suol dire, la parola agli esperti. Sulla gestione politica dell’emergenza sanitaria e sulle sue pesantissime e, allo stato, drammatiche ricadute economiche si può e si deve costruttivamente riflettere senza alcun velo di ipocrisia. Riavvolgiamo il nastro degli eventi.
L’attuale Governo vive in forza di una lettura letterale e non evolutiva della nostra carta costituzionale secondo la quale ove vi sia una maggioranza parlamentare purchè sia e da chiunque composta vi possa essere governo.
E’ la vecchia tesi ordinamentale del Kelsen secondo la quale purchè vengano rispettate le procedure di formazione delle regole scritte la procedura prevale sul contenuto.
Anzi il contenuto è indifferente purchè il potere governativo venga esercitato da chi lo ha ottenuto secondo la stretta osservanza delle procedure indipendentemente dalle finalità e dai contenuti dell’azione governativa. Peraltro è curioso notare che tale linea “ordinamentale” fu quella seguita a Norimberga dai difensori d’ufficio dei gerarchi nazisti secondo i quali i colpevoli delle atrocità dei campi di sterminio non potevano essere colpevoli in quanto avevano obbedito ad un ordine impartito dal legittimo superiore e quindi nel pieno rispetto della procedura della catena di comando.
Naturalmente essendo sostanzialmente gli Stati Uniti vincitori della Seconda Guerra Mondiale e poco inclini al bizantinismo leguleio di matrice canonica prevalse la sostanza sulla forma ed i gerarchi nazisti furono impiccati.
Perché è importante il paragone? Perché aiuta a capire quanta importanza abbia il contenuto sulla forma: anzi in materia ordinamentale il contenuto (e cioè la volontà popolare espressa dalle elezioni – tutte – ) dovrebbe aiutare a correggere le distorsioni formali della astratta procedura: secondo la nostra antica saggezza per il quale la pura forma astratta di diritto rappresentasse non la somma giustizia ma la somma “iniuria”.
Aver dato vita da parte del Quirinale ad un Governo legittimo (quale astratta forma) ma non legittimato dalla volontà popolare ha portato alla nascita di un esecutivo avente come cifra “costitutiva” la mancanza di quel potere legittimo e condiviso che può esercitarsi senza il ricorso dell’inasprimento dei toni, delle grida, delle minacce, della sindrome prescrittiva legislativa.
Un po’ quello che succede ai tiranni. Come insegnavano gli antichi giuristi (Bartolo da Sassoferrato) vi sono due modi per riconoscere la tirannia: si può essere tiranni “ex defectu tituli” – e cioè di chi si impossessa violentemente del potere senza averne alcuna legittimazione democratica – e si può essere tiranni “ex ratione exercitii” e cioè esercitando il potere, pur formalmente conseguito, in dissenso della democratica volontà popolare.
E’ di tutta evidenza che la tirannia sulla volontà popolare può essere, e spesso è, di tipo ordinamentale.
L’ordinamentalità è il grimaldello in cui le forze economico industriali esterne allo Stato condizionano lo Stato stesso al fine di ottenere, anche a costo di sovvertire la volontà popolare, una governamentalità gradita.
In buona sostanza la nuova invenzione per sterilizzare la volontà democratica popolare nel suo attualizzarsi è quella della cosiddetta “governamentalità”. Che sta a significare che purchè ci sia un governo gradito alle istituzioni europee ed internazionali astrattamente nominato con le procedure previste di per ciò stesso l’essenza democratica sia salvaguardata.
Non sempre, anzi, quasi mai il Governo gradito agli operatori internazionali brilla per competenza anzi: si ha spesso necessità di qualcuno che porti giacca e cravatta e rappresenti il nulla elevato a sistema.
Può il nulla elevato a sistema essere in grado di gestire una crisi sanitaria ed economica come quella attuale? Evidentemente no.
Ma le responsabilità se le dovrebbe assumere anche chi della carta costituzionale dovrebbe esserne, almeno formalmente, il garante. Senza farsi condizionare dal proprio passato politico o da conflitti di lealtà nei confronti di appartenenze politiche che pure hanno contribuito alla sua elezione. Siamo di fronte ad una Caporetto economica.
E ricordo la vittoria sul Piave e poi Vittorio Veneto furono possibili quando si cambiò il comandante in carica. Ed infatti il bollettino della vittoria fu firmato Diaz.
Che Dio assista l’Italia.