Emilia Romagna, la piazza ora è di centrodestra. Pd isolato si aggrappa alle sardine

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Emilia Romagna, la piazza ora è di centrodestra. Pd isolato si aggrappa alle sardine

Emilia Romagna, la piazza ora è di centrodestra. Pd isolato si aggrappa alle sardine

20 Gennaio 2020

Gli occhi della politica italiana ora sono tutti sulla Emilia Romagna. Tra una settimana esatta si saprà se l’ultima roccaforte rossa, se la Regione con Modena, Bologna, Reggio Emilia… passerà per la prima volta nella storia a un governo di centrodestra.

Le possibilità sono concrete e sono soprattutto le piazze a far cadere uno spesso velo di pessimismo nei pensieri del governatore uscente Pd Stefano Bonaccini. Piazze stracolme come quella che sabato ha accolto Matteo Salvini a Maranello, terra del mito di Enzo Ferrari. La candidata Lucia Borgonzoni è salita sul palco insieme all’ex ministro dell’interno davanti a una marea di persone, una folla che il Pd ormai nemmeno immagina di poter coinvolgere.

Già il Pd. La risposta dei Dem è tutta nella scelta di affidarsi all’ultima vecchia cara arma rodata e affidabile: quella della Festa de L’Unità. Sì perchè, ad esempio, Democratici modenesi hanno scelto di organizzare una Festa de L’Unità anticipata con chiusura domenica prossima proprio nel giorno del voto, rischiando al punto da aver incassato le critiche della opposizione per aver voluto deliberatamente calpestare il silenzio elettorale.

Del resto la volontà di rincorrere il centrodestra da parte del Pd è evidente. L’affannosa ricerca della promessa dell’ultimo istante da parte di Bonaccini (riapertura dei punti nascita chiusi, bus gratis per gli studenti, taglio dell’Irap per le imprese della montagna…) ne è la dimostrazione più lampante. Il centrosinistra abituato a correre da solo nelle praterie emiliane, attraversate come fossero il giardino di casa, ora è nella inusuale condizione di dover giocare di rimessa, di dover recuperare il gap. Ma le piazze, da sempre care al Pd in questa terra, non sono più un alleato. Anzi.

Unica vera sponda popolare per un Pd vissuto dalla gente sempre più come cosa elitaria e di nicchia, sono le neonate sardine. A queste il partito di Nicola Zingaretti (segretario nazionale snobbato ad ogni sua visita) si aggrappa nella speranza di recuperare consensi e simpatia. Ma anche in questo caso la rincorsa alla Lega è evidente: Salvini vuole andare a Bibbiano? Le sardine fanno altrettanto. Salvini cambia idea e non va a Bibbiano? Le sardine lo imitano. Come nei giochi d’infanzia quando l’unico scopo era quello di ripetere le mosse del proprio compagno di banco. Un gioco evidentemente a perdere, almeno nel medio-lungo termine.

E così, in questo braccio di ferro impari, il centrodestra lievita e si prepara a fare la Storia recente di una Regione (per citare proprio uno slogan delle piazze) e – probabilmente – a cambiare il destino del Governo nazionale.