“Non fonderò con Vendola un nuovo partito comunista, non ho questo orientamento politico.” A rompere gli indugi è proprio lui: Michele Emiliano, sindaco di Bari a tempo determinato, prepara il terreno per il definitivo salto sulla più importante poltrona regionale. L’idea, più o meno nota a tutti, è quella di essere il successore di Nichi Vendola: il sogno che Emiliano continua a raccontare – essere “Sindaco di Bari a vita”, con buona pace dei baresi – ormai non attecchisce più e i piccoli passi che sta compiendo, da qualche mese a questa parte, spazzano via i vecchi dubbi giorno dopo giorno.
Il primo grande segnale l'ha lanciato proprio Emiliano a dicembre, quando ha dato il via all’apertura delle sedi del suo movimento, figlio legittimo della lista civica capace di catalizzare consenso e trascinare il vecchio magistrato antimafia sullo scranno più alto di Palazzo di Città. A distanza di poco meno di un mese, Emiliano rilancia. In un’intervista rilasciata a Telenorba ammette di osservare con “interesse” quello che lui chiama “lo sfaldamento della destra italiana” e richiama a sé il compito di coinvolgere in un progetto politico le forze produttive del Paese tagliate fuori dal “crollo del sogno berlusconiano”. Emiliano parla di un “progetto Italia”, per lui traducibile in una – meno romantica e più prosaica – corsa da governatore, magari perdendo pure qualcosa a sinistra, pur di banchettare al tavolo dei destrorsi delusi. Il piano è pronto e la scelta di affidare il comando del suo movimento a Tommy Attanasio, vecchia gloria della destra pugliese, ne è la conferma lampante: calcolatrice alla mano, Emiliano è pronto a sfidare Vendola e compagni per cercare di sfondare tra l’elettorato di centrodestra in maniera tale da poter fare a meno proprio dell’appoggio scomodo del governatore uscente.
La pesante eredità che lascerà Vendola alla Regione, infatti, impone un cambio di rotta e lui è convinto di poter rappresentare l’era nuova del centrosinistra pugliese. Un po’ come ha fatto De Magistris a Napoli: è lui il suo modello vincente da seguire. Il movimentismo che ha permesso al Sindaco partenopeo di vincere le ultime elezioni amministrative, contro tutto e tutti, è l’arma decisiva che Emiliano sta lucidando da tempo: si presenterà come candidato anti-sistema, popolare e legalitario in grado di far dimenticare gli scandali e le poesie vendoliane grazie al savoir-faire del duro e puro.
L’humus napoletano, però, era ben diverso da quello pugliese perché l’esasperazione provocata da decenni di governo di centrosinistra, firmato dal duo Bassolino-Iervolino, ha raggiunto il culmine proprio quando l’attuale Sindaco di Napoli ha deciso di “scendere in campo” con il sostegno del suo solo partito, l’Italia dei Valori (ma alla fine neanche troppo), e contro il Partito Democratico, legato ancora alle imbarazzanti esperienze passate e reduce dalla figuraccia delle primarie. In Puglia, Emiliano ha giocato fin troppo con Nichi Vendola, il suo amore-odio nei confronti del Poeta di Terlizzi ha regalato polemiche, ma anche abbracci che i pugliesi non dimenticheranno. Rispolverare il simbolo di una lista civica per raccogliere i voti dei delusi sembra un’operazione fin troppo semplice e scontata. Emiliano guarda con attenzione a quello che secondo lui è lo “sgretolarsi” della destra, ma nessuno sa quanto possa essere capace di accattivare elettori così lontani da lui. A Bari, di sicuro, sarà difficile. Lì dove Michele Emiliano ha governato e governa, sono ancora in molti ad aspettare i 30 mila posti di lavoro promessi in campagna elettorale, così come in tanti si interrogano (invano) sulle numerose consulenze concesse dal Comune di Bari, sul destino della Cittadella della Giustizia o su ciò che sarà, domani, la Fondazione Petruzzelli. Dei fatti, come al solito, Emiliano non pare aver tenuto conto.
Caro Michele Chicco,
solo
Caro Michele Chicco,
solo una precisazione. Non credo di aver perso elettori da quando faccio politica. Sono sempre cresciuto nei consensi effettivi e nei sondaggi. Per tali motivi credo che il suo ragionamento abbia il difetto di non capire che io miro al 100% dei voti. Un caro saluto.
Michele Emiliano