Eni, Enel, Finmeccanica e Poste: il risiko delle nomine scalda la politica

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Eni, Enel, Finmeccanica e Poste: il risiko delle nomine scalda la politica

Eni, Enel, Finmeccanica e Poste: il risiko delle nomine scalda la politica

31 Marzo 2011

Le scadenze sono vicine e il risiko delle nomine si fa incandescente. Il Tesoro entro il quattro aprile deve ufficializzare le liste dei candidati per Eni, Enel e Finmeccanica. E mentre per Poste c’è ancora tempo, per Terna i termini sono fissati al 16 aprile. Le bocche sono cucite. Anche ieri, alla Camera, l’unica indicazione ufficiale era per una sostanziale riconferma dei vertici e per qualche cambiamento nei vari consigli di amministrazione. In via ufficiosa però, i rumors si sprecano. Nel primo pomeriggio il Transatlantico, crocevia di parlamentari e giornalisti, è affollatissimo: si discute di prescrizione breve. Difficile perfino prendere un caffè al bancone della buvette. Fuori dall’Aula, si parla d’altro. Anche di nomine. «La partita è in mano a Letta, che in asse con Tremonti sta praticamente ridisegnando la mappa, Berlusconi non se ne sta occupando», si lascia scappare un parlamentare. Ma in realtà, il giro di poltrone (non solo aziendali) proprio ieri è stato al centro di un confronto a Palazzo Chigi tra il premier, Tremonti, Letta, Calderoli e il direttore generale del Tesoro, Grilli.

FINMECCANICA. Due scenari possibili per Pierfrancesco Guarguaglini, attuale presidente e amministratore delegato del primo gruppo industriale italiano nell’alta tecnologia. Se fino a qualche settimana fa sembrava più plausibile un suo depotenziamento (causa guai giudiziari), ora qualcuno parla di riconferma tout court per entrambe le cariche. Spingerebbe per quella soluzione Gianni Letta, grande sostenitore di Guarguaglini. Ma intanto, c’è chi affila le unghie. In caso di scissione (a Guarguaglini resterebbe comunque la carica di presidente) potrebbero essere “promossi” alcuni interni. Giuseppe Zampini, Alessandro Pansa o Giorgio Zappa per esempio. O, ancora, Giuseppe Orsi. Amministratore delegato di AgustaWestland, Orsi è sostenuto dalla Lega ma si vocifera di un rapporto conflittuale proprio con Guarguaglini (molto vicino, invece, a Zampini): difficile, quindi, ipotizzare una gestione in tandem. Si parla anche di Massimo Ponzellini, stavolta per la presidenza. Il banchiere vicino a Tremonti (e alla Lega), è anche in pole per Poste. Ma è molto probabile che il ministro affiderà a lui la guida della Banca del Mezzogiorno. In ballo per Finmeccanica ci sarebbe anche Flavio Cattaneo (Terna).

ENEL ED ENI. Per quanto riguarda Enel ed Eni, di sicuro c’è che nessuno toccherà Conti e Scaroni. Anche sui futuri presidenti, seppure gli enormi appetiti, le acque sarebbero tornate calme rispetto a qualche settimana fa. Piero Gnudi, molto vicino a Casini, era dato in bilico proprio per la sua "natura" centrista, ma al momento sembrerebbe meno a rischio. Il condizionale però è d’obbligo. La Lega infatti guarda con enorme interesse a quella poltrona, per la quale starebbe pensando a Gianfranco Tosi, che già siede nel Cda del primo gruppo elettrico italiano. Ma circola anche il nome del commissario Alitalia, Augusto Fantozzi, che Letta vorrebbe appunto alla presidenza di Enel o Enel Green Power. Per quanto riguarda l’Eni, come Scaroni, anche il presidente Poli dovrebbe essere in odore di riconferma. Con i guai generati dallo scoppio della crisi nei Paesi arabi e nella Libia in particolare – questo il ragionamento – non è il momento di cambiare la guida del colosso energetico.

LA LEGA. Gli appetiti sono molti. La Lega, che ha dovuto “ingoiare” un ministro non “suo” all’Agricoltura (Saverio Romano) ora batte cassa. L’agricoltura, certo, resta uno dei primi dicasteri d’interesse, tanto che Bossi vorrebbe accostare a Romano un sottosegretario leghista (circola il nome di Sebastiano Fogliato). A seguire per il Carroccio il dossier-nomine è Giancarlo Giorgetti, presidente della commissione Bilancio, uomo-ponte tra gli interessi della Lega e Roma perché "mente" economica del Carroccio, e, soprattutto, uomo fidatissimo di Bossi. Tanto che nella partita delle nomine è spuntato il vice ministro del Carroccio Roberto Castelli, interessato a Enel.

TERNA E POSTE. Anche alla guida di Terna e Poste c’è odore di riconferma. Qualcuno però non eslude il “trasferimento” di uno dei due (Cattaneo, in particolare) in Finmeccanica. E in Poste, la Lega vedrebbe molto bene Danilo Broggi, oggi alla Consip.

(tratto da l’Unione Sarda)