Europa in stagnazione e Usa a bassa crescita: tenersi i titoli e sperare

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Europa in stagnazione e Usa a bassa crescita: tenersi i titoli e sperare

Europa in stagnazione e Usa a bassa crescita: tenersi i titoli e sperare

11 Giugno 2012

Europa, Cina, Fed e le Borse vivono un’altra giornata difficile. I timori per gli Istituti iberici, il non annuncio di un nuovo quantitative easing da parte della Fed e l’inaspettato taglio tassi della Cina, hanno avuto un impatto negativo non solo sui listini azionari, ma anche sullo spread tornato sopra i 450 punti e sul prezzo di oro, petrolio ed euro che scivola a 1.2450. Piazza Affari ha quindi chiuso con un ribasso dello 0,74% e continuano a sprofondare le banche (Mps è la peggiore  con -4,2%). Londra cede lo 0,23%, Francoforte cala dello 0,22%, Parigi scende dello 0,63% e Madrid sale dell’1,77% in attesa che la Spagna presenti ufficiale richiesta di aiuto per le Banche.

Con un colpo di reni sul finale, Wall Street chiude positivo mettendo da parte il nervosismo, in attesa di un weekend che si preannuncia turbolento. Il Dow Jones sale dello 0,74%, il Nasdaq avanza dello 0,97% e lo S&P 500 mette a segno un progresso dello 0,79%. A livello settoriale vanno male i tecnologici e gli energetici, meglio i telefonici e chiude con il segno più, finalmente, anche Facebook portandosi a 27$. “«Abbiamo creato gli strumenti per intervenire e la Germania è pronta a usarli ogni volta che sarà necessario” così rispondeva la Merkel a chi invocava una misura urgente atta a risolvere la crisi.

La Spagna deve ricapitalizzare le sue banche, si fa sempre più difficile la situazione in Italia, Spagna, Portogallo (e naturalmente in Grecia), la Francia potrebbe sperimentare un Pil negativo nel primo trimestre mentre la Germania migliora le sue stime di crescita per il 2012 portandole all’1% da un 0.6% precedente. La Spagna ha fretta, la Germania, pur dichiarandosi disponibile ad un intervento per il salvataggio del sistema bancario spagnolo, di fretta non ne ha.

Anzi non passa un quarto d’ora che la Merkel non affermi il suo no agli eurobond, ma i soldi li metterà a disposizione con un alto sovraprezzo. Questo suo fare del meno possibile il più tardi possibile, però, non piace agli Stati Uniti dove lo stesso Obama non ha risparmiato critiche e sollevato dubbi per la Vecchia Europa e Bernanke giovedì ha fatto capire d’essere pronto ad agire se le cose dovessero peggiorare in Europa. I rischi sono molti: stagnazione europea e bassa crescita americana e al momento non è facile scommettere su una ottima opportunità di acquisto o una ottima di vendita. Nessuno vieta di tenersi le azioni nella speranza che tornino di moda.