Feltri, Forza Italia e il minimo sindacale

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Feltri, Forza Italia e il minimo sindacale

07 Marzo 2014

Signor direttore Vittorio Feltri, la sua lettera indirizzata ad Angelino Alfano, ironica e pungente, ci lascia di stucco. Possibile che un uomo accorto ed intelligente si attardi ancora nella ricerca delle ragioni poste a fondamento di una scelta che, oggi più di ieri, rivendichiamo con orgoglio, ritenendola la sola prospettiva possibile per garantire un futuro al centrodestra italiano? 

Un fine osservatore come lei non può ignorare che dalla forza di un sogno ci si era rapidamente ritrovati nelle sabbie mobili di un grande incubo. I primi a comprenderlo sono stati gli elettori moderati, i quali non a caso hanno imboccato la via (sarebbe più corretto dire l’autostrada) della grande fuga. Milioni di cittadini stufi di promesse mai mantenute, ai quali non sono sfuggite le dinamiche obbrobriose imperanti a corte, alimentate da schiere di adulatori del tutto disinteressati ai destini del Paese e attratti solo dalla prospettiva di mantenere in vita il regno pur di salvare cadrega e prebende.

E del resto, gentile signor direttore, se le parole hanno ancora un senso valga ciò che lei stesso confessa oggi nella lettera ad Alfano: Forza Italia non vola alto, mantiene il minimo sindacale. Ci perdoni l’irriverenza, ma verrebbe voglia di liquidare il tutto con una battuta: “Quando il giornale di famiglia riesce a nuocere alla famiglia!”. No, signor direttore, le cose sono un po’ più complesse di come lei le dipinge. Posti dinanzi al proliferare inquietante di falchi ed estremisti di ogni risma, più che a Forza Italia, abbiamo scelto di essere leali all’Italia, che mai avrebbe sopportato un salto nel buio dagli esiti catastrofici.

Oggi, a soli quattro mesi dalla nascita, NCD rappresenta la quarta forza politica del Paese; una forza seria ed affidabile alla quale tantissimi moderati e riformisti guardano con speranza e crescente interesse, convinti che sia possibile e doveroso fornire un’anima diversa al centrodestra. Senza paura e senza nostalgia, coltiviamo la ragionevole speranza di un centrodestra migliore in un’Italia migliore. Ciò che sotto sotto, ne siamo certi, si augura anche lei !