Finanziaria da 10,7 miliardi, ultime prove di dialogo prima del varo
28 Settembre 2007
Il condominio di Palazzo Chigi non trova pace e a poche ore dal Consiglio dei ministri che dovrebbe varare la Finanziaria, a farla da padrone sono solo i dubbi e le perplessità. L’impegno assunto da Romano Prodi di cercare una sintesi fra le diverse proposte non ha fatto che confermare le distanze politiche fra le diverse anime della coalizione, rafforzando l’immagine di una maggioranza spaccata.
Gli occhi sono tutti puntati sul vertice di questo pomeriggio, ma intanto, trapelano le prime indiscrezioni sui contentui del disegno di legge messo a punto da Prodi. Solo indicazioni da confermare, come ha precisato un comunicato del Consiglio dei Ministri subito dopo le prime indiscrezioni: “La bozza di articolato fa riferimento a testi ormai anche superati dal lavoro in corso. Le decisioni sulle misure che il governo intende adottare saranno quelle comunicate al termine dell’odierno Consiglio dei ministri”. Tuttavia, secondo le ultime bozze, la Manovra sarà di 10,7 miliardi, con una riduzione delle imposte di 3,2 miliardi. Il personale ministeriale sarà tagliato del 5 per cento, percentuale che sale al 10 per i dirigenti. Tra gli altri punti, telefonate di Stato solo con protocollo Voip e stanziamenti contro l’emergenza sfratti. Si è appena appreso che il governo anche quest’anno ha scelto di destinare le maggiori entrate fiscali che derivano dalla lotta all’evasione, qualora permanenti, alla riduzione della pressione fiscale. Il maggior gettito – si legge in una delle ultime bozze – dovrà “prioritariamente” essere destinato a realizzare gli obiettivi di deficit/Pil. La restante parte dell’extragettito, se strutturale, potrà essere utilizzata per ridurre le tasse.
Ieri, in un clima di perenne attesa, si è consumata l’ennesima giornata difficile con contatti telefonici e incontri nei quali il premier ha cercato di mettere più toppe possibili. Del resto, c’erano da placare le ire della “Cosa Rossa”, mettere a tacere i centristi e tenere buoni gli imprenditori con agevolazioni e sconti. La principale novità della Manovra riguarda proprio le imprese: la riduzione dell’imposta sul reddito delle società entrerà nel collegato alla Finanziaria, accogliendo così le richieste del numero uno di Confindustria Luca Cordero di Montezemolo. L’Ires e l’Irap scenderanno rispettivamente dal 33 al 28 per cento e dal 4,25 al 3,9%.
Un colpo al cerchio e uno alla botte: davanti alla sinistra radicale che ieri gridava “basta con gli aiuti alle imprese, tassiamo invece le rendite finanziarie”, pronto è arrivato l’impegno di Prodi a mettere più soldi sul piatto per le fasce più deboli e soprattutto a intervenire sui redditi da capitale. La tassazione su Bot, obbligazioni, fondi d’investimento e azioni passerà dal 12,5% al 20% certo, ma dal prossimo anno. Per ora le rendite non si toccano. Lamberto Dini è stato quindi accontentato, con buona pace della sinistra radicale che lo accusava di aver ricattato il premier in quel di New York, minacciando di far cadere il Governo al Senato.
Sempre sul fronte fiscale, si ipotizza che la riduzione dell’Ici (sotto forma di una maggiore detrazione sulla prima casa, dagli attuali 103 euro a circa 200) possa valere già in dicembre, quando gli italiani pagheranno la seconda rata dell’imposta. Le norme sull’Ici 2007 verrebbero introdotte nel decreto legge, immediatamente operativo, che accompagna la Finanziaria. Per la gioia di Rutelli & C.
Un contentino alle varie anime della maggioranza è stato dato, anche se resta da capire in quale misura verrà accettato dagli ingordi postulanti, ma fuori dai confini italiani, come osservavano ieri molti esperti, l’impressione è che non si sia mosso un dito: una finanziaria leggera e politicamente prudente delude infatti la richiesta di Bruxelles di destinare l’extragettito alla riduzione del debito.
Rimane il nodo-welfare: ieri si erano rincorse voci di uno slittamento del disegno di legge sul welfare che permetterebbe tra l’altro di attendere l’esito del referendum dei lavoratori (che si terrà tra l’8 e il 10 ottobre) e poi, forti di un successo dei sì, portare il protocollo in Cdm per la metà di ottobre%2C tempo limite per la presentazione dei provvedimenti collegati alla manovra. Anche se tirarla per le lunghe su questo fronte potrebbe far innervosire i riformisti della coalizione.