Finlandia: la nuova guerra jihadista stupra e uccide le donne

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Finlandia: la nuova guerra jihadista stupra e uccide le donne

20 Agosto 2017

E’ la prima volta che l’estremismo islamico ordisce un attentato per colpire a morte solo le donne. Ed è successo a Turku, in Finlandia, uno dei Paesi, in Europa, tra i più inclini all’integrazione e alla cultura che valorizza le diversità. Venerdì scorso, un marocchino di 18 anni è andato al mercato centrale e, al grido “Allah akbar”, ha cominciato ad accoltellare all’impazzata le donne che incontrava lungo il percorso verso la piazza. Era talmente lucido e deciso a ferire solo le “femmine” che si è persino preoccupato di scansare gli uomini, uno ad uno, risparmiandoli dall’efferato gesto. Ne ha uccise due, entrambe finlandesi: una di 67 anni e una ragazza appena quindicenne. Donne, anche sei degli otto feriti, tra cui una ricercatrice italiana di trent’anni.

Difficile non chiedersi il perché di questa esecuzione mirata. Risposte certe non ce ne sono, ma scavando nella cronaca che ha segnato la storia più recente della Finlandia emergono dettagli che, forse, possono aiutare a capire. Secondo un rapporto dell’ufficio statistico finlandese negli ultimi anni è stata registrata una consistente escalation di reati di violenza sessuale contro le donne a carico di immigrati. Gli episodi che, in particolare, hanno scosso l’opinione pubblica sono due, entrambi risalenti al 2015: uno si è verificato a Helsinki, dove una donna è stata brutalmente stuprata da una gang di ragazzi tra i 15 e i 18 anni di origini somale, l’altro è avvenuto a Kempele, vicino Olulu, dove un 17enne afgano ha violentato una minorenne.

Le donne bianche finlandesi, insomma, non sono più al sicuro da un po’ di tempo. Per settimane, in tv e sul web sono circolati video-tutorial sull’autodifesa pensati ad hoc per la popolazione femminile. Sembra inoltre che per arginare il fenomeno e rassicurare le famiglie, gruppi di semplici cittadini si siano organizzati in ronde di controllo, soprattutto nei piccoli centri che ospitano i richiedenti asilo. Colpisce il fatto che si parli in modo inequivocabile di “violentatori musulmani”, fattore che proprio in Finlandia sta inasprendo il dibattito politico sull’immigrazione e mettendo in crisi il concetto, spesso ostentato, di “multiculturalismo”.

La violenza contro le donne è forse la peggiore delle armi che il terrorismo possa adoperare, perché richiama alla memoria pratiche che si addicono solo alle guerre antiche, che potremmo definire vecchio stampo, quelle combattute nei villaggi o nelle città rase al suolo per umiliare il nemico nel corpo e nell’anima. E’ questo quello che vogliono? Purtroppo, lo stupro di donne bianche da parte di musulmani è un fenomeno tristemente noto e diffuso in tutta Europa, dalla Francia all’Inghilterra, come documentato a più riprese da L’Occidentale, ma è un fenomeno pochissimo studiato e molto censurato. Eppure è un elemento fondamentale della guerra all’Occidente dichiarata da una parte del mondo islamico, e gli omicidi mirati di Turku fanno capire con tragica chiarezza che l’aggressione contro le donne, stuprate o uccise, è un metodo privilegiato per seminare il terrore.