Fli perde quota a Napoli e in Italia: questo lo scotto della virata a sinistra

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Fli perde quota a Napoli e in Italia: questo lo scotto della virata a sinistra

26 Maggio 2011

“Non conosco nessuno dei miei amici che abbia preso in considerazione l’idea di votare Moratti”; “Votare Pisapia è una questione di patriottismo. Diamo il colpo finale a Berlusconi”; “Sconfiggere Lettieri e soprattutto la Moratti è l’unico modo per porre fine a questo strazio etico, a questo spettacolo macabro e pornografico”; “Pisapia ha idee nuove, come quella di trasformare Milano nella capitale del turismo gay, come San Francisco. De Magistris è fuori dagli schemi, ma preferite votare per la banda Cosentino?”; “È difficile dire a un napoletano di votare uno dietro cui c’è l’ombra di Cosentino”.

Provate a indovinare un po’ gli autori di queste dichiarazioni. Bersani? Forse troppo eccessivo per il suo carattere; Vendola? Il riferimento a San Francisco c’è, ma manca la sua visione profetica. Forse qualche estremista di sinistra? No, signori, queste dichiarazioni sono state pubblicate sabato scorso sul Corriere della Sera e sono, in sequenza, di Flavia Perina, Filippo Rossi, Monica Cenanni, Nino Strano e, per finire, Gianfranco Fini. Come si può notare agevolmente c’è una bella fetta dello stato maggiore di Futuro e Libertà. Nelle parole dei dirigenti del neonato partito, fondato dal Presidente della Camera (sic!), è evidente un livore che farebbe impallidire anche i più acerrimi avversari del Cavaliere. Dopo aver tentato inutilmente la spallata in Parlamento, ora ci provano con le comunali; pronti a votare anche Pisapia e De Magistris pur di vedere capitolare Silvio Berlusconi.

Un obiettivo alquanto utopistico, a giudicare dai risultati elettorali di quella macchina da voti che doveva essere Fli. Ebbene, in molti capoluoghi Futuro e Libertà non arriva nemmeno all’1%, quando va meglio prende il 2%, ma per vedere un risultato leggermente più consistente bisogna spostarsi a Napoli, dove i futuristi superano di poco il 3%, oltretutto grazie all’inserimento in lista di alcuni candidati ben radicati sul territorio, i quali perdono comunque una larghissima parte dei loro consensi.

Basta confrontare i dati delle precedenti elezioni comunali a Napoli con quelli attuali per comprendere l’entità del flop di Fli. Nel 2006 la somma dei voti di Forza Italia e Alleanza Nazionale fu pari a 128.730; oggi, invece, il Pdl ottiene 97.752 voti. Visti così, i dati potrebbero sembrare a favore della tesi che la fuoriuscita di Fli abbia eroso la base elettorale del centrodestra campano. Ebbene, chi fa questo calcolo non tiene conto che nel 2006, in appoggio all’allora candidato sindaco Franco Malvano, c’erano due liste civiche che raggiunsero 14.279 voti; oggi, invece, in appoggio a Gianni Lettieri, le due liste civiche hanno totalizzato 15.660. Ad esse si devono aggiungere i voti dei partiti nati dalla costola meridionalista di Forza Italia, che raggiungono ben 36.086 voti.

Pertanto, riformulando il conteggio, nel 2006 Forza Italia, Alleanza Nazionale e le liste civiche ottennero 143.009 voti; oggi, invece, il Pdl (malgrado la diaspora finiana) più le liste civiche totalizzano ben 149.498 voti, con una differenza positiva di ben 6.489 voti. A conferma del flop di Futuro e Libertà c’è, soprattutto, il dato di Alleanza Nazionale, che nel 2006 ottenne, da sola, 43.490 voti; oggi, invece, Fli (che vorrebbe appropriarsi di quell’elettorato) ottiene soltanto 13.807 voti, con una perdita di ben 29.683 preferenze. Davvero non si capisce cosa ci sia da gioire se dopo aver sciolto un partito, essere stati co-fondatori del Pdl, esserne fuoriusciti per fondarne un altro ex-novo, nella terza città d’Italia si perdono, in un sol colpo, circa trentamila voti.